Non c’è forse nulla di più simbolico ed importante nello sport di una medaglia olimpica. Ma nelle medaglie di Tokyo 2020 che saranno attribuite agli atleti a partire da oggi, c’è anche un significato in più da mettere al collo del comitato organizzatore: si tratta della sostenibilità.
Da rifiuti a medaglie
Non tutti forse sanno che le medaglie olimpiche, infatti, sono state fuse a partire da materiali riciclati raccolti in Giappone negli anni passati. Si tratta in modo particolare di metalli ricavati dal mondo dell’elettronica, inclusi circa 6,2 milioni di smartphone: ben 78985 tonnellate di rifiuti elettronici da cui sono stati ottenuti 32Kg di oro, 3500 Kg di argento e 2200 Kg di bronzo.
Un lavoro iniziato nel 2017 e terminato nel 2019, in attesa di quell’edizione 2020 dei giochi mai realizzata: ora, con Tokyo 2020 spostato al 2021, quelle medaglie possono trovare casa tra le mani degli atleti che meglio di ogni altro avranno onorato il motto decoubertiano “Altius. Fortius. Citius”.
Mettiamoci quelle medaglie al collo, quante più possibili. Perché forse nessuna medaglia è carica di simboli e significati quanto quelle di queste sventurate Olimpiadi di Tokyo 2020.