Roma – Non si terrà più una singolarissima tenzone tra manipolatori di tecnologia, spippolatori e smanettoni delle scuole e delle università nipponiche che era stata bandita in Giappone. L’evento dell’11 e 12 agosto, atteso con una certa impazienza e circondato dalla curiosità degli studenti, è stato infatti cancellato.
Il ministero all’Economia, al Commercio e all’Industria ha scelto di tornare sui propri passi dopo essere stato messo in croce da telefonate e email di protesta. L’idea che con la tecnologia si possa giocare innocentemente, con nessun altro scopo se non quello di apprendere e capire, non passa; a passare, invece, il concetto che un contest del genere sarebbe servito da stimolo a smanettoni le cui intenzioni potrebbero, stando alle proteste, non essere così innocenti.
L’idea però era interessante. Studenti in team, con un massimo di tre membri, avrebbero tentato di craccare i computer degli altri team e, contestualmente, avrebbero dovuto proteggere il proprio sistema dagli attacchi degli altri.
Di certo non c’è voluto molto a fermare il concorso, segno probabile che nemmeno il Ministero abbia davvero considerato utile un contest di questo genere. E un portavoce del Ministero, a suggellare definitivamente la cancellazione, ha ricordato che le attuali normative giapponesi prevedono che l’ accesso non autorizzato nei sistemi informativi altrui prevede sanzioni fino a un anno di prigione e multe fino a 500mila yen.
Gli studenti si limitino a cliccare qua e là sui banner, please.