Tor, rinnovata la dirigenza

Tor, rinnovata la dirigenza

Annunciata la totale ristrutturazione del gruppo che gestisce il progetto, una chiamata alle armi di nomi ben noti nel settore della sicurezza e il tentativo (non dichiarato) di ripartire dopo gli scandali del passato recente
Annunciata la totale ristrutturazione del gruppo che gestisce il progetto, una chiamata alle armi di nomi ben noti nel settore della sicurezza e il tentativo (non dichiarato) di ripartire dopo gli scandali del passato recente

Il Progetto Tor cambia, o per meglio dire continua con una testa pensante quasi del tutto nuova e una “Board of Directors” rinnovata. Il vecchio management lascia il posto a quello nuovo, nella speranza che il pubblico dimentichi in fretta gli imbarazzi con cui l’organizzazione ha avuto a che fare di recente nel caso che ha coinvolto Jacob Appelbaum.

Nel presentare il rinnovamento della dirigenza , il direttore esecutivo Shari Steele ha parlato di un’iniziativa “coraggiosa e altruista” che prepara il terreno al miglioramento concreto dell’organizzazione. E il miglioramento di Tor a quanto pare passa per i seguenti nomi: Matt Blaze, Cindy Cohn, Gabriella Coleman, Linus Nordberg, Megan Price, Bruce Schneier.

Il blog fornisce una breve biografia dei nuovi membri della Board, tra professori universitari di informatica (Matt Blaze), direttori esecutivi di Electronic Frontier Foundation (Cindy Cohn), nomi noti del settore sicurezza (Bruce Schneier), studiosi (Gabriella Coleman), attivisti che si battono per la privacy (Linus Nordberg) e per i diritti digitali (Megan Price).

Della vecchia dirigenza sopravvivono solo Roger Dingledine e Nick Mathewson, i quali continueranno a occuparsi del progetto Tor guidando gli aspetti tecnici della ricerca e dello sviluppo della darknet. Di motivazioni concrete per il cambio di management non vi è traccia nel messaggio postato online, ma a cercare tra le cronache recenti il mistero si risolve con facilità .

I gestori di Tor sono finiti sotto accusa dopo l’esplosione del caso di Jacob Appelbaum, uno dei volti più noti del progetto accusato di molestie sessuali e altre spiacevolezze poco compatibili con la delicata promozione di una tecnologia sempre al centro degli interessi di attivisti, forze di polizia e autorità governative assortite. La board aveva allontanato Appelbaum dopo le accuse mosse nei suoi confronti, ma il gesto non era evidentemente considerato sufficiente per ripristinare la fiducia nella vecchia gestione.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
14 lug 2016
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