Tor, una Internet di seconda categoria

Tor, una Internet di seconda categoria

Una nuova ricerca evidenzia il pessimo trattamento riservato dai servizi di rete agli utenti di Tor, un network notorio per fare da scudo a cracker e cyber-criminali ma anche a chi non può accedere alla Internet pubblica causa censura
Una nuova ricerca evidenzia il pessimo trattamento riservato dai servizi di rete agli utenti di Tor, un network notorio per fare da scudo a cracker e cyber-criminali ma anche a chi non può accedere alla Internet pubblica causa censura

La darknet di Tor è nata con lo scopo di garantire la privacy degli utenti di rete e di “sbloccare” l’accesso al Web mondiale nei paesi in cui Internet è censurata, ma l’abuso del network da parte dei cyber-criminali ha portato alla spiacevole situazione per cui chi usa Tor, indipendentemente dalle sue intenzioni, viene trattato in malo modo dai siti Web più popolari.

Una nuova ricerca evidenzia il trattamento di seconda categoria degli utenti di Tor da parte di circa 1,3 milioni di indirizzi IP univoci, molti dei quali riconducibili a corporation telematiche del calibro di Google, Yahoo, Craigslist, Yelp e altre ancora.

Il 3,7 per cento dei 1.000 siti Web più popolari – secondo la classifica di Alexa – fa uso di una qualche forma di censura nei confronti degli IP appartenenti ai nodi di uscita di Tor pubblicamente riconosciuti, spiegano i ricercatori, con un’esperienza Web “degradata”, interrotta dalla necessità di risolvere qualche CAPTCHA per provare di non essere bot o addirittura bloccata in toto con visualizzazione di apposito errore 403.

I servizi di CDN come CloudFlare e aziende concorrenti sono i principali indiziati per questa censura forzata degli utenti di Tor, anche se nel caso dell’azienda californiana si sta provando a scendere a patti tra chi vuole difendere la propria privacy e quei siti disposti ad aprire le porte ai visitatori che passano per i meandri della darknet a cipolla.

Il blocco o la degradazione dell’accesso di rete per mezzo di Tor è in larga parte imputabile ai cyber-criminali che abusano della rete anonimizzatrice per nascondere le loro attività, spiegano i ricercatori; anche stando così le cose, comunque, il trattamento di seconda categoria degli utenti di Tor rappresenta un serio pericolo per l’anonimato in rete e la difesa della libertà di espressione al riparo dei regimi dittatoriali.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 feb 2016
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