Perdere un telefono cellulare può risultare un’esperienza comune a molti, forse anche vederselo sottrarre con la forza o con rapidità ladresca. Sicuramente meno diffusa, invece, la più appagante pratica del ritrovamento, magari condita con scuse sentite o un pronto arresto. A rendere ottimisti in tal senso, un’altra storia atipica di criminalità urbana e nuove tecnologie, in particolare legate alla rintracciabilità via GPS garantita dalla funzione FindMyPhone a tutti i possessori di melafonino incappati in qualche serie di sfortunati eventi.
Stando a quanto ha riportato la Pittsburgh Post-Gazette , intorno all’una di notte due uomini armati hanno sbarrato la strada ad un passante nella zona di Shadyside, obbligandolo a consegnare portafogli, numeri di carta di credito e iPhone . I due ladri si sono prontamente allontanati, lasciando l’uomo a cercare di contattare la sua banca e, soprattutto, la polizia. Bryant Rather, Brent Ray Potter e un terzo manigoldo, Myron Knox, sono stati, tuttavia, acciuffati dalle forze dell’ordine e ammanettati con l’accusa di rapina a mano armata.
Sembrerebbe una comune vicenda di delinquenza di quartiere, se non fosse per il modo in cui i tre sono stati arrestati. I ladri hanno iniziato subito a spendere con le carte di credito dell’uomo rimasto sconosciuto, facendo benzina ed entrando in un ristorante. Nessuno dei tre, evidentemente, ha dato retta all’iPhone rubato, che ha permesso al suo legittimo proprietario di localizzarlo a mezzo FindMyPhone attraverso un computer all’interno di un Wal-Mart in un altro quartiere di Pittsburgh.
Ha dunque funzionato ancora l’antifurto servito da Apple attraverso l’account MobileMe, che offre una funzione che è parsa fondamentale anche in passato . Sembra che sia poi l’intero meccanismo di ritrovamento a distanza a mettere in ansia il futuro dei ladri di tecnologia: è altrettanto recente la storia di un altro uomo non meglio identificato che pare abbia rintracciato il suo vecchio MacBook attraverso la funzione Back to My Mac di MobileMe. È bastato cliccare su Screen Sharing e il computer disperso ha risposto presente, ansioso di tornare dal suo sempre meno indifeso padrone.
Mauro Vecchio