Roma – L’ultima volta che dall’attuale maggioranza era filtrata l’idea di una tassa sugli SMS si era assistito ad una sorta di rivolta popolare, placatasi solo dopo ripetute smentite da parte del ministero del Tesoro. Ora una nuova proposta in tal senso arriva da tre senatori di Alleanza Nazionale .
Secondo Bonatesta, Valditara e Bevilacqua è necessario ricorrere ad una nuova tassa sui messaggini, quelli che gli italiani scambiano a milioni ogni giorno, per integrare i fondi a disposizione nella prossima Finanziaria, e in particolare per recuperare i circa 300 milioni di euro che saranno spesi per l’acquisto dei libri di testo da offrire gratuitamente agli studenti under16.
I tre parlamentari di AN hanno individuato in un centesimo per ogni SMS inviato una somma adeguata. Visto il costo attuale dei messaggini, si tratterebbe, a loro dire, di un aumento del tutto contenuto.
A reagire immediatamente alla proposta, bocciandola, è stato Marco Tronchetti Provera , patron del Gruppo Telecom Italia, secondo cui è una proposta dalle gambe corte, “una stupidaggine, una sciocchezza di giornata”. Secondo Provera, infatti, si tratterebbe di un errore “perché altrimenti il mercato andrà ad investire altrove”.
Va detto ad onor del vero che gli SMS rappresentano per tutti gli operatori mobili una fonte di reddito senza paragoni. Come accertato in una inchiesta di Punto Informatico gli attuali listini praticati dagli operatori, pur mitigati dalla frequente presenza di offerte e promozioni speciali, si traducono in un guadagno per ciascun SMS attorno al 97 per cento . Non solo, l’allineamento dei prezzi degli SMS tra i diversi operatori ha già suscitato le ire di molti, tanto che qualcuno da tempo parla di un mercato viziato da accordi sottobanco tra i carrier. Chissà dunque che la ?stupidagginè proposta dai tre senatori non si traduca in una verifica delle attività di vigilanza condotte fin qui dall’ Autorità TLC e dal Garante del mercato sul mercato degli SMS.