A breve distanza dalla distribuzione della versione 3.5 , Linus Torvalds ha in questi giorni annunciato il rilascio di una nuova release stabile del kernel del Pinguino: il “papà” del codice FOSS più popolare e diffuso parla di una versione che non introduce novità tecnologiche particolarmente significative, e nondimeno contiene “solidi progressi” in vari comparti.
Linux 3.6 esce dunque a poco più di due mesi di distanza dalla release 3.5, e tra le novità più significative si segnala il supporto alla tecnologia di “sospensione ibrida” anche su ambiente open, che in questo caso arriva buon ultimo dopo gli ecosistemi Windows e Mac OS X.
La sospensione ibrida prevede la copia dei contenuti della memoria RAM su HDD (come capita nella modalità di ibernazione) prima di entrare in modalità sospensione: il PC si riattiverà all’istante, ma nel caso in cui mancasse la corrente la sessione potrà essere ripristinata a partire dall’immagine della RAM salvata su disco.
Altra novità importante di Linux 3.6 è il supporto alla tecnologia Fast Open, aggiornamento del protocollo TCP voluto da Google che nel caso del nuovo kernel porta a un incremento di velocità nel caricamento delle pagine dei siti più popolari misurabile tra il 4 e il 41 per cento.
Si segnala poi l’introduzione di nuovi driver per il supporto specifico di dispositivi realizzati da Sony e Apple, e una gestione della memoria migliorata che incrementa la quantità di dati scambiata nelle operazioni di I/O con un consumo di potenza elaborativa della CPU inferiore.
Quasi in contemporanea con il rilascio di Linux 3.6, anche Slackware ha rilasciato un’upgrade: la distro Linux più longeva in circolazione arriva alla versione 14, basata su kernel 3.2 e contenente i componenti GCC 4.7.1, Glibc 2.15, X-Server 1.12.1, Perl 5.16.1, Xfce 4.10 e KDE 4.8.5. Slackaware si è sempre contraddistinta per la sua semplicità e solidità, sebbene non sia mai risultata una delle più amichevoli per i neofiti: è stata concepita per essere il più possibile simile a un sistema Unix, il suo sistema di gestione dei pacchetti non ha mai gestito le dipendenze, e pertanto richiede competenza e conoscenze adeguate per essere configurata e sfruttata al meglio.
Alfonso Maruccia