Tokyo – Toshiba ha fatto il proprio ingresso nel mercato dei dischi a stato solido (SSD) solo di recente , ma è già divenuta una delle più entusiaste e attive promotrici di questa tecnologia. A palesare le ambizioni e il fervore dell’azienda sono state le parole del suo presidente, Shozo Saito, che in occasione di una recente conferenza ha tratteggiato a tinte rosee il futuro degli SSD.
Saito sostiene che, entro tre anni, un notebook su quattro celerà al proprio interno un SSD . Se questa previsione si rivelerà fondata, il mercato degli hard disk magnetici da 2,5 pollici (e in misura minore quello degli HDD da 1,8 pollici) deve prepararsi ad incassare il primo, duro colpo.
Sempre stando alle stime fornite dal boss di Toshiba, da qui al 2011 il mercato dei dischi flash è destinato a crescere di oltre il 310% ogni anno : questa cifra non deve impressionare più di tanto, visto che oggi la quota di mercato degli SSD è ancora assai contenuta, ma ben riflette il crescente interesse degli utenti, soprattutto professionisti e aziende, verso gli SSD. Va per altro notato come queste stime siano fornite da una società, Toshiba, che è anche uno dei maggiori produttori mondiali di hard disk mobili.
Saito confida nella capacità della propria azienda di tagliare i costi di produzione dei dischi flash del 40-50% su base annuale . A dare il maggior contributo, in questo senso, sarà l’evoluzione della tecnologia multi-level cell ( MLC ): quest’ultima permette di memorizzare più di un bit all’interno di una singola cella di memoria, incrementando così la densità di memorizzazione dei chip flash senza ricorrere a processi di produzione più “spinti” e dunque costosi. Generalmente i chip MLC offrono performance inferiori a quelli Single-Level Cell (SLC), soprattutto in scrittura, ma ciò non ha impedito a Toshiba di fabbricare SSD capaci di raggiungere i 100 MB/s in lettura e i 40 MB/s in scrittura .
Attualmente Toshiba produce memorie flash MLC da 3 bit per cella , ed è già al lavoro su chip da 4 bit per cella: la stragrande maggioranza delle memorie MLC attualmente sul mercato ha una densità di 2 bit per cella.
Oggi una tipica flash MLC viene garantita per almeno 10mila cicli di riscrittura (contro i circa 100mila di una SLC di ottima qualità), ma questo non significa necessariamente che, raggiunto questo limite, la memoria sia da buttare: il controller fa in modo che le scritture vengano distribuite su tutte le celle in modo quanto più possibile omogeneo, evitando dunque che il sistema operativo scriva sempre sulle stesse porzioni di memoria. Secondo Saito, una memoria flash MLC è tranquillamente in grado di raggiungere la longevità di un tipico notebook , che oggi è intorno ai cinque anni.
Nelle scorse settimane, Toshiba ha introdotto sul mercato il suo SSD più capiente, un modello da 128 GB venduto insieme ad alcuni modelli di notebook da lei stessa prodotti. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, l’azienda ha già in programma il lancio di una versione da 256 GB, una capacità che conta di raddoppiare nel 2009 o, al massimo, l’anno successivo.
Nonostante la minaccia rappresentata dalle memorie flash, il mercato degli hard disk tradizionali sembra godere ancora di ottima salute . Secondo i dati pubblicati da iSuppli , lo scorso anno sono stati venduti mezzo miliardo di HDD, una quantità di circa il 19% superiore a quella del 2006. A guidare la classifica è sempre Seagate (con il 33,9% delle vendite), seguita da Western Digital (22%), Hitachi GST (17,3%), Samsung (11,1%), Toshiba (7,2%) Fujitsu (6,9%) e Excelstor (1,4%).