È la divisione dell’elettronica di consumo, dei PC e del video quella che subirà il maggiore impatto delle scelte con cui Toshiba tenterà di rimettersi in carreggiata all’indomani dello scandalo dei conti gonfiati emerso nel corso della primavera.
Per la chiusura dell’anno fiscale 2015, a marzo, il colosso giapponese prevede perdite per 550 miliardi di yen, vale a dire oltre 4 miliardi di euro, con i titoli dell’azienda che nel giro di pochi mesi hanno perso il 40 per cento del loro valore: si rende dunque necessario un piano di contenimento dei costi e l’azienda ha annunciato tagli consistenti.
In quello che Toshiba definisce piano d’azione per “rivitalizzare” l’azienda, saranno 6.800 i posti di lavoro che verranno ritenuti superflui nella produzione di PC e TV, vale a dire il 30 per cento di coloro che operano nel settore. Sono 10.600 i lavoratori che nel complesso verranno congedati, per un totale del 5 per cento della forza lavoro globale. Si tratta di una ristrutturazione che tenterà di fare leva su pensionamenti anticipati e che coinvolgerà lavoratori di tutto il mondo, anche se Toshiba non ha ancora specificato in quali stati.
Dopo la vendita della divisione dei sensori ottici a Sony per 19 miliardi di yen, poco più di 140 milioni di euro, l’azienda ha altresì annunciato la cessione di una fabbrica indonesiana di TV e elettrodomestici e di essere in cerca di investitori per la propria divisione healthcare. Toshiba ha invece smentito le indiscrezioni relative a un possibile spin off del proprio business delle memorie NAND flash.
Gaia Bottà