La cyberwar inizia probabilmente a farsi sentire facendo una prima importante vittima: Toyota. Il problema non è in realtà relativo direttamente al gruppo, ma ad un fornitore che sarebbe stato pesantemente colpito in queste ore fino ad impedire la fornitura delle componenti necessarie all’assemblaggio presso gli stabilimenti della casa nipponica. In conseguenza di questa interruzione delle forniture, per Toyota non è rimasta che l’opzione più drastica: la chiusura.
L’annuncio è arrivato in questi minuti, spiegando che l’interruzione dei lavori avverrà a partire dalla giornata di domani. Non è ovviamente possibile al momento definire cause e responsabilità per l’accaduto, ma il contesto bellico in atto è tanto importante da poterne riconoscere il profilo anche in attacchi di questo tipo.
Non è chiaro al momento quanto possa durare la chiusura: da Toyota non giungono al momento dettagli più approfonditi su una scelta tanto radicale ed evidentemente priva di alternative.
Toyota chiude: è la prima vittima
In attesa di ricostruzioni che possano offrire maggiori dettagli sull’accaduto, è interessante notare come la fragilità delle catene produttive non dipenda più soltanto dall’esposizione diretta o meno alle offensive dei cracker: un attacco sulla filiera può essere parimenti devastante. Fermare la catena produttiva nell’automotive è in questo momento un danno ulteriore rispetto ai già gravi rallentamenti che l’intero comparto sta vivendo a livello globale a causa dei noti colli di bottiglia successivi al biennio della pandemia.
La guerra rischia di riversare sull’automotive gravi scorie ulteriori. Almeno due quelle immediate: in primis v’è il rischio della cyberwar, con Toyota che entra subito nel mirino; inoltre v’è il prezzo delle materie prime schizzato rapidamente a livelli senza precedenti (Palladio in primis), con conseguenze importanti su approvvigionamenti e costi. Ci si aggiungano la compressione dell’economia globale, l’annullamento della domanda dal territorio russo ed il continuo incedere del prezzo del petrolio: la miscela è decisamente pericolosa.