La tempistica e l’oggetto del contendere sono di quelle destinate a sollevare polemiche, fra protagonisti già al centro dell’attenzione: Facebook , estremamente sensibile alla questione delle fake news e del controllo editoriale sui contenuti postati sulla sua piattaforma, ha imposto un blocco temporaneo su RT , fonte russa che opera a livello mondiale con il diretto supporto del Cremlino, proprio mentre Obama animava la sua ultima conferenza stampa da presidente facendo spazio alla cerimonia di insediamento di Trump.
RT non ha esitato a usare tutti i canali a propria disposizione, Facebook compreso , per dare notizia del blocco: mentre era in corso la trasmissione in diretta della conferenza stampa con cui Obama si è congedato come presidente, la pagina Facebook network russo ha subito delle restrizioni , con l’autorizzazione a postare solo contenuti testuali , decisamente di minore impatto per gli utenti interessati agli aggiornamenti in diretta.
Was it
– IvorCrotty (@IvorCrotty) 19 gennaio 2017
In tempi di reciproche accuse riguardo al ruolo della Russia in Rete rispetto all’esito delle elezioni presidenziali statunitensi , RT ha adottato un approccio controllato. Pur non rinunciando a delle piccole provocazioni sondaggistiche di cui il gestore del versante social si è preso licenza , il network ha tempestivamente contattato Facebook, che a mezzo bot attribuiva il blocco a una violazione di copyright. I diritti violati, secondo il social network, sarebbero quelli di Current Time TV, emittente finanziata dal Congresso statunitense: RT ha però spiegato di aver ritrasmesso la diretta di AP, con la piena autorizzazione dell’agenzia di stampa, e ha consultato Current Time TV, la quale ha riferito di non aver inoltrato a Facebook alcuna segnalazione di violazione .
Mentre l’attenzione del network era concentrata sul fronte di Facebook, anche Dataminr, strumento di Twitter al servizio del giornalismo e non solo , negava a RT l’accesso, citando il mancato rinnovo del contratto.
I toni, con il passare delle ore, si sono inaspriti: Margarita Simonyan, che dirige RT, ha dichiarato all’agenzia di stampa ufficiale RIA Novosti di non essere sorpresa, poiché “se il Dipartimento di Stato USA potesse, ci toglierebbe la possibilità di esprimerci”. Il ministro degli Esteri russo Maria Zakharova ha rincarato la dose: il trattamento riservato alle fonti russe sarebbe imparziale, la censura sarebbe impiegata come uno strumento di concorrenza sleale. Il Roskomnadzor, che vigila sui media e sulle telecomunicazioni e che impugna le briglie dell’apparato censorio del Cremlino, si riserva di adottare “attive contromisure”.
Nel giro di 20 ore Facebook ha riattivato la piena funzionalità della pagina di RT: il blocco ancora non è stato giustificato , il social network sta indagando sulle cause che potrebbero aver innescato le restrizioni. Nell’ondata di piena delle polemiche sulle fake news , su come le fake news abbiano potuto orientare il voto dei cittadini statunitensi e su come Facebook abbia gestito il contenimento delle fake news in occasione delle presidenziali, il social network annaspa alla ricerca di un appiglio su cui edificare un regime di responsabilità invocato da più parti e temuto da altrettante. È recente la lettera aperta inviata a Facebook da 77 associazioni statunitensi che si battono per i diritti civili, con la quale si raccomanda al social network di maneggiare con più cura le proprie policy e le proprie procedure di rimozione, che secondo le associazioni sarebbero adottate con una superficialità che stride con il ruolo a cui Facebook è assurto in qualità di strumento che il mondo connesso impiega per diffondere e assorbire informazioni ed opinioni.
Gaia Bottà