Tracciamento online, il porno è meno sporco delle news

Tracciamento online, il porno è meno sporco delle news

Un nuovo studio evidenzia le ultime tendenze in fatto di tracking degli utenti, una pratica particolarmente (ab)usata dai siti editoriali ed equipaggiata con tecniche sempre nuove. Incluso l'utilizzo dell'impronta sonora del sistema
Un nuovo studio evidenzia le ultime tendenze in fatto di tracking degli utenti, una pratica particolarmente (ab)usata dai siti editoriali ed equipaggiata con tecniche sempre nuove. Incluso l'utilizzo dell'impronta sonora del sistema

I ricercatori della Princeton University hanno impiegato un tool open source (OpenWPM) per analizzare le tecniche di tracking adottate dal milione di siti Web più popolari secondo le classifiche Alexa, e il risultato è uno studio che evidenzia chi traccia dove, le soluzioni più recenti usate dalle società specializzate e le conseguenze sulla sicurezza del tracciamento nel suo complesso.

Tracking e categoria di siti

Sono rivelatrici le conclusioni degli studiosi americani, come nel caso del maggior quantitativo di tracker e cookie traccianti “impiantati” sui PC e i dispositivi degli utenti: i siti che “vivono” pubblicando contenuti editoriali sono quelli che adottano un maggior numero di tecniche per tracciare i singoli visitatori, mentre i portali appartenenti ad altre categorie (sport, videogiochi) non sono altrettanto ossessionati dal tracking online. Anche il porno-Web, in proporzione al resto, si sporca molto di meno.

La tendenza di siti di news, “quotidiani” e di informazione a fare un uso intensivo del tracking è forse giustificabile con la necessità di affidarsi ai guadagni derivanti dall’advertising, ma l’utilizzo eccessivo di cookie, super-cookie e altre tecniche traccianti si riverbera anche sulla sicurezza dei visitatori : gli strumenti di tracking sono generalmente allergici alle connessioni cifrate su HTTPS, quindi anche i siti dotati di certificati SSL/TLS non possono che sollevare allarme sui “contenuti misti” (cifrati/non cifrati) all’atto del caricamento di una pagina nel browser.

Oltre a essere ossessivo per certe categorie di siti Web, il tracciamento online è una costante gara al rilancio per la sofisticazione delle tecniche utilizzate: nel corso del loro studio i ricercatori USA hanno anche scovato un nuovo sistema basato sulle “impronte sonore” generate dei client, un metodo che usa la API AudioContext per creare un profilo “univoco” per ogni stack sonoro in grado di identificare meglio l’utente online.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
30 mag 2016
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