Google ha accettato di pagare 29,5 milioni di dollari per chiudere in modo extragiudiziale la questione relativa alla raccolta dei dati sulla posizione degli utenti. L’azienda di Mountain View era stata denunciata dai procuratori di Washington D.C. e Indiana. Un simile accordo era stato raggiunto a novembre con altri 40 stati. Nei prossimi mesi verranno migliorate le specifiche impostazioni nell’account.
Google pagherà oltre 400 milioni di dollari
Secondo i procuratori generali, Google continua a tracciare la posizione geografica, anche se vengono disattivate le impostazioni nell’account relative a cronologia delle posizioni e attività web & app. L’azienda di Mountain View avrebbe sfruttato i cosiddetti “dark pattern” per ingannare gli utenti. I dati raccolti verrebbero quindi utilizzati per creare profili personalizzati a scopo pubblicitario.
Google ha smentito le accuse, evidenziando che le impostazioni sono state aggiornate per consentire un maggiore controllo dei dati. Inoltre è disponibile la cancellazione automatica dopo 3 mesi, 18 mesi o 36 mesi. Per chiudere definitivamente la questione, l’azienda californiana pagherà 9,5 milioni di dollari a Washington D.C. e altri 20 milioni di dollari allo stato dell’Indiana. Aggiungendo i 391,5 milioni di dollari pagati a novembre si raggiunge un totale di 421 milioni di dollari.
L’accordo sottoscritto con Washington D.C. prevede anche diversi impegni. Google dovrà comunicare agli utenti, tramite notifica ed email, che le suddette impostazioni (Cronologia delle posizioni, Attività web e app) possono raccogliere la posizione e come è possibile cancellare i dati.
L’azienda dovrà inoltre indicare in maniera trasparente lo scopo delle impostazioni e tutti i dati che vengono raccolti con la loro attivazione. Infine i dati sulla posizione esatta non possono essere condivisi con inserzionisti di terze parti, senza un consenso esplicito.