Gli utenti di iOS non sono riusciti a dimostrare l’effettivo collegamento tra l’invio di messaggi pubblicitari personalizzati e una qualche forma di danno quantificabile dallo sfruttamento silente dei cookie passivi sul browser Safari . Una corte distrettuale del Delaware ha così respinto la class action avviata agli inizi del 2012 contro Google e le sue attività di tracciamento delle navigazioni online su iPhone, iPod Touch e iPad.
Una preziosa vittoria legale per l’azienda di Mountain View, che ha colto l’occasione per ribadire il suo più totale impegno per la tutela della privacy dei suoi utenti. La Grande G aveva già subito una maxi-multa da oltre 22 milioni di dollari per il tracciamento non autorizzato sul browser della Mela. Il giudice statunitense ha ora confermato che i cookie passivi del colosso californiano non hanno rastrellato alcun dato personale in violazione delle leggi nazionali sulla privacy .
La stessa Google starebbe lavorando ad un nuovo sistema di identificazione degli utenti web, in sostituzione dei tanto discussi biscottini traccianti, generalmente abusati dalle varie agenzie pubblicitarie ai fini dell’ advertising mirato. Stando alle ultime indiscrezioni riportate dalla testata specializzata AdWeek , anche Microsoft avrebbe intenzione di lanciare una tecnologia sostitutiva che condivida contenuti e informazioni attraverso i vari dispositivi mobile e desktop, compresa la console videoludica Xbox.
Mentre il senatore democratico Edward J. Markey chiede alla Federal Trade Commission (FTC) di avviare un’indagine su quelle aziende pubblicitarie che sfruttano il tracciamento multipiattaforma, il gigante di Redmond vorrebbe eliminare qualsiasi problematica legata alla cessione delle informazioni biscottate a società terze legate all’ advertising . Dal tablet Surface a Xbox, la Grande M vorrebbe istituire una enorme rete di contenuti e informazioni proprietaria , in modo da controllare in maniera coerente e diretta tutti i tracciamenti online.
Mauro Vecchio