Con Stati Uniti e Cina ai ferri corti, per i protagonisti del mondo hi-tech si prospetta l’esigenza di trovare nuovi paesi in cui dar vita ai prodotti da portare sul mercato. Ne abbiamo già scritto su queste pagine in merito all’intenzione manifestata da Foxconn di spostare la realizzazione degli iPhone in India e torniamo a farlo oggi citando un articolo pubblicato dal New York Times che sembra aver individuato nel Vietnam l’obiettivo messo nel mirino tra gli altri da Apple, Samsung, Amazon e Google.
USA vs Cina e il Vietnam sorride
La trade war che vede fronteggiarsi Washington e Pechino potrebbe favorire Hanoi. Se da un lato Trump chiede in modo diretto ed esplicito a una realtà come la mela morsicata di collocare le sue fabbriche negli USA così da evitare i dazi, dall’altra difficilmente la richiesta verrà accolta, almeno a breve termine. I territori asiatici continuano a offrire una spesa contenuta per quanto concerne la manodopera, permettendo così di mantenere bassi i prezzi dei dispositivi da portare sugli scaffali.
Per i prossimi giorni è in programma a Shanghai un ennesimo incontro tra Stati Uniti e Cina con l’obiettivo di proseguire i negoziati tra le parti, ma una risoluzione pare ancora lontana. Anche Microsoft, Dell, Lenovo, HP, Nintendo e Sony, stando alle informazioni trapelate, avrebbero già messo in conto la necessità di spostare la produzione all’infuori dei confini cinesi. Non sarà in ogni caso una transizione immediata: dovrà passare da una profonda riorganizzazione della filiera dei fornitori e dall’allestimento di nuovi impianti da delegare all’assemblaggio dei device.
Uno dei principali ostacoli da superare sembra essere quello legato al costo dei materiali, oggi superiore del 5-10%. Questo perché la loro fabbricazione avviene in Cina, mentre in altri territori non esistono incentivi a incrementarne la produzione.
Chi si è già mosso in questa direzione sembra essere Samsung. Secondo il NYT, il gruppo sudcoreano avrebbe già pianificato di spostare la metà della sua produzione (di smartphone e accessori) in Vietnam, coinvolgendo una forza lavoro formata complessivamente da circa 100.000 unità. A quanto pare non è il solo paese destinato ad accogliere nuovi impianti dei big del mondo tecnologico: anche Indonesia e Thailandia sembrano poter offrire condizioni vantaggiose.