Il 3D è scuro, l’abbiamo notato tutti. Se viste normalmente le immagini 3D sono sdoppiate ma luminose, indossando gli appositi occhialini la visione si scurisce a tal punto che in scene particolarmente buie (poche a dire il vero) si rischia di non distinguere molto.
Si tratta di un problema slegato dalla realizzazione del film ma relativo alla sua proiezione, qualcosa che dipende dalle singole sale e su cui gli studios fino ad ora hanno avuto poco controllo, nonostante infastidisca molte persone. Ma Michael Bay non ci sta.
Transformers 3, in uscita da noi oggi, 29 giugno, è il film cui spetta il compito di risollevare le sorti e il gradimento del cinema tridimensionale. La tecnologia in America sta vivendo un periodo di sfiducia da parte del pubblico che alle versione stereoscopiche dei film comincia a preferire quelle bidimensionali (ad esempio per Lanterna Verde solo il 36,4% dei biglietti venduti erano per sale 3D). E come dargli torto? Le ultime uscite tridimensionali potevano tranquillamente essere viste senza occhialini tanto l’effetto era mal utilizzato, pretestuoso ed inesistente.
Ma Transformers 3 no. Chi scrive ha visto 20 minuti del film in anteprima, proiettati alla stampa proprio per dimostrare che si tratta di un utilizzo vero e serio della stereoscopia, e può confermare che siamo ai livelli (tecnologici) di Avatar, se non oltre. Poggiando sulle spalle dei giganti Michael Bay ha potuto vedere oltre e sfruttando hardware e know-how di Cameron (i suoi tecnici, la sua troupe, le sue videocamere, i suoi rig e il suo software) ha davvero realizzato scene tridimensionali impressionanti per bellezza e fascinazione, portando l’uso della tecnologia ad altri livelli.
Dunque Bay non ci sta che proiettino male il suo film e Paramount minaccia controlli a campione nelle sale o di non concedere una copia se queste non garantiscano una proiezione almeno ad almeno 3,5 FL, in alcuni casi addirittura a 6 FL.
Si parla di Foot-Lambert, l’unità di misura per la luminosità usata negli Stati Uniti, e del fatto che un proiettore digitale solitamente è tarato su 1,4 FL mentre uno 3D per compensare la presenza “oscurante” degli occhialini dovrebbe arrivare almeno a 3,5 FL. Ma il regista di Transformers 3 (che se non fa le cose in grande si sente male) ha anche messo a punto una versione speciale del film denominata Deluxe, da proiettarsi in sole 2.000 sale statunitensi, che richiede 6 FL di luminosità perché particolarmente spinta sul fronte di nitidezza, saturazione e contrasto.
L’idea è pubblicizzare la bontà della proiezione e scardinare dagli esercenti la mentalità conservatrice che li porta a tirare al risparmio sulle lampadine (chiaramente più vengono spinte meno durano).
In tutto questo in Italia la situazione è ben diversa. Innanzitutto il 3D non vive una crisi di incassi e soprattutto la luminosità sembra non interessare a nessuna sala. Pochissime tra quelle attrezzate fanno lo sforzo di cambiare la lampadina se eccessivamente usurata o spingerla al massimo per raggiungere una luminosità che compensi gli occhialini. Nonostante per vedere uno spettacolo tridimensionale si paghi un biglietto maggiorato, lo stesso si finisce per vederlo scuro e difficilmente la lunga scure di Paramount arriverà anche da noi. Talmente poco è l’interesse per la questione che le proiezioni per la stampa (che sono poi le persone che devono veicolare la bontà di un film o della tecnologia) sono scure. Nemmeno la furbizia.
L’unico rimedio possibile per i geek della proiezione è affidarsi alle sale serie (ce ne sono e non sono nemmeno poche), tenute da appassionati e più all’avanguardia tecnologicamente o, per chi è di Milano, andare al cinema IMAX si Pioltello. La particolare tecnologia IMAX infatti prevede una luminosità di 5,5 FL. Più che sufficiente.
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo