Los Angeles – Il blockbuster-revival hollywoodiano sui robottoni trasformabili , il pirotecnico e spettacolare film Transformers che ha confermato le qualità di action-maker del regista Michael Bay sta sbancando i botteghini di mezzo mondo e ha finora guadagnato 246 milioni di dollari , sui 150 milioni scarsi impiegati per la realizzazione. Questo ad ogni modo non significa che i cops cinematografici abbiano abbassato la guarda nei confronti di chi si diletta a realizzare copie pirata della prima ora, portandosi nelle sale dove viene proiettato il film una mini-camera o un cellulare.
Agenti, diligente personale dei theater americani e persino assistenti alla proiezione sono sempre pronti, come nel caso di Spider-Man 3 , a cogliere con le mani nel sacco i contraffattori, nel pieno rispetto della volontà degli studios, di MPAA e delle altre organizzazioni di settore. Nel caso di Transformers, che non è piaciuto a soulxtc di Zeropaid ma ha galvanizzato e non poco il sottoscritto, i pirati pizzicati a ridosso del 4 luglio sono stati cinque in diverse zone degli Stati Uniti.
Il primo è stato scremato nel Bronx, New York, appena prima del giorno della festa nazionale americana: il personale dell’American Theater ha individuato un cam-dotato durante la proiezione, e il suddetto dovrà ora scontrarsi con le norme contro i bootleg da cinema recentemente inasprite, rischiando 6 mesi di prigione e multe fino a 5.000 dollari .
Il 4 luglio è stata la volta di El Centro, California: il responsabile di proiezione dell’Ultra Star Cinema ha individuato il pirata con un cellulare Nokia in modalità “cattura”. La polizia è stata subito allertata e il contravventore arrestato: per lui si prevedono fino ad un anno di galera e fino a 2.500 dollari di multa.
E casi analoghi ci sono stati al Marcus Cinema nei pressi di Chicago (ancora una cellulare), all’AMC Universal Theater di Orlando e all’AMC Discovery Mills 18 Theatre in Lawrenceville, Georgia. In quest’ultima occasione è stato un agente dello Sceriffo di Contea fuori servizio a procedere all’arresto, confiscando oltre ad una mini-cam Sony quasi un’oncia di marijuana . Oltre ad una multa fino 1000 dollari e un anno di galera, il pirata non rischia per questo pene aggiuntive visto che in Georgia il trasporto di una simile quantità di cannabis – per giunta da parte di un incensurato – implica solo l’obbligo di scontare un periodo di libertà vigilata senza alcuna ulteriore sanzione.
“Questi arresti servono da monito a chi pensa di rubare film con una camcorder o un cellulare – spara senza salve Dan Glickman, CEO e grand commiss di MPAA – Rubare film dal grande schermo è un crimine e voi sarete arrestati e perseguiti col massimo delle possibilità offerte dalla legge”. Ci va giù pesante anche John Fithian, padrino a capo dell’organizzazione National Association of Theatre Owners (NATO) che loda l’impegno degli impiegati e dei responsabili delle sale cinematografiche per aver contribuito ad assicurare alla legge tali pericolosi criminali. “Ti troveremo e ti faremo arrestare” ripete il dirigente come un mantra minaccioso nei confronti di quanti anche solo pensino di fare un bootleg da immettere sul P2P .
Ma per quanto la pirateria a mezzo camcorder sia un fenomeno che preoccupa gli studios, non di meno viene temuta quella che usa come vettori Internet e i portali di videosharing più popolari. Il gruppo National Legal and Policy Center si domanda se Google non si comporti in modo sin troppo soft nei confronti della distribuzione di lungometraggi su Google Video e YouTube, al punto da chiedere provocatoriamente ” Google promuove la pirateria audiovisiva? “.
Puntate di serial televisivi, film di primo grido come “Blood Diamond” e “Spider-Man 3” possono essere fruiti dagli utenti nella loro interezza per mezzo di GoogleTube, denuncia l’associazione, lamentando l’assenza sui siti di Mountain View dei filtri automatici già impiegati da player concorrenti come MySpace.
BigG, dal canto suo, sostiene come sempre che la responsabilità dell’infrazione è di chi immette i contenuti , e che è sempre possibile per i proprietari dei suddetti comunicare l’illecito alla società a mezzo DMCA per ottenere una risposta tempestiva da parte dei video-censori deputati al taglio delle clip incriminate.
Alfonso Maruccia