X ha comunicato di aver denunciato lo Stato della California, in quanto la legge AB 587 approvata a settembre 2022 rappresenta una violazione del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. In base alla legge, i social media sono obbligati a fornire una descrizione dettagliata delle pratiche usate per la moderazione dei contenuti.
La legge californiana è anticostituzionale
La legge impone ai social media di fornire i dettagli sulle misure implementate per limitare incitamento all’odio, razzismo, estremismo, molestie, disinformazione e interferenze politiche. Questi dati devono essere raccolti a partire dal terzo trimestre 2023. Il report deve essere inviato al Procuratore Generale della California ogni sei mesi a partire dal 1 gennaio 2024.
Se il report è incompleto o non viene presentato entro la scadenza, le aziende rischiano una multa fino a 15.000 dollari per ogni giorno di violazione. Secondo X, la California vuole dettare i termini del servizio e interferire con il giudizio editoriale. La vera intenzione dello Stato è obbligare i social media a rimuovere determinati contenuti ritenuti problematici.
Today, @X filed a First Amendment lawsuit against California AB 587. As made clear by both the legislative history and public court submissions from the Attorney General in defending the law, the true intent of AB 587 is to pressure social media platforms to “eliminate” certain…
— Global Government Affairs (@GlobalAffairs) September 8, 2023
X ha quindi denunciato lo Stato della California, in quanto la legge viola la libertà di parola sancita dal Primo Emendamento. L’azienda di Elon Musk ha chiesto al tribunale di bloccare l’applicazione della legge tramite un’ingiunzione preliminare e permanente.
Jesse Gabriel, autore della legge (approvata da democratici e repubblicani), sottolinea che si tratta esclusivamente di una misura di trasparenza. X utilizza principalmente tool automatizzati per la moderazione, insieme alle Community Notes (Note della collettività), recentemente estese ai contenuti video.
L’azienda californiana ha denunciato il Center for Countering Digital Hate, in quanto ha pubblicato uno studio falso sulla presenza di contenuti vietati sulla piattaforma. Una simile denuncia potrebbe essere depositata contro la Anti-Defamation League.