Prosegue la ridda di indiscrezioni sulle indagini in corso sulle attività di Google nel Belpaese: Repubblica riferisce che la Magistratura milanese sarebbe intenzionata a concludere l’inchiesta e far partire le notifiche di chiusura delle indagini per tre dirigenti della multinazionale di Mountain View , appartenenti però alla filiale irlandese del search che ha base in Irlanda.
Come molti altri grandi nomi della Silicon Valley, e non solo, Google ha infatti la sua sede principale a Dublino dove si è stabilita per sfruttare al massimo un fisco particolarmente benevolo. Questo significa che il grosso delle attività di Google in Europa si svolge proprio in Irlanda , e le altre rappresentanze presenti nei diversi paesi (Italia compresa) dipendono dal quartiere generale dell’Isola Verde sia per quanto attiene la gestione dei servizi che per la contabilità. Si tratta ovviamente di una struttura organizzativa complessa, volta ad approfittare degli attuali accordi fiscali che permettono di minimizzare le aliquote di tassazione sui profitti da versare.
Secondo quanto stabilito dalla Guardia di Finanza nel corso della sua indagine, le cui conclusioni come abbiamo detto in passato sono state comunicate all’Agenzia delle Entrate e alla Magistratura, alcune delle prassi adottate da Google però andrebbero oltre il lecito: Google Italia non sarebbe stata una semplice “fornitrice di servizi” per i suoi clienti, bensì una vera e propria “organizzazione occulta” che avrebbe gestito imponibili e tassazioni in modo non ortodosso. Da qui la contestazione di 300 milioni di euro , tra “imponibile sottratto” e “ritenute non operate”: si tratta ancora di cifre che, però, sono lungi da essere ufficiali.
Se davvero si arriverà alla richiesta di rinvio a giudizio per i tre dirigenti, la cui identità per ora non è nota, a quel punto starà a un giudice stabilire se ci sono gli estremi per procedere nel percorso penale: allo stesso tempo andrà avanti il percorso tributario, quello che vede Google alle prese con l’Agenzia delle Entrate, e sebbene i due procedimenti siano disgiunti possono influenzarsi l’uno con l’altro . Se Google decidesse di negoziare con l’Erario per versare tutta o una parte della cifra contestata, anche la posizione dei dirigenti eventualmente rinviati a giudizio potrebbe venire alleggerita se non addirittura archiviata.
Per ora naturalmente non c’è nulla di ufficiale in questa vicenda, che è ben lungi dalla sua conclusione: se effettivamente sia l’Agenzia delle Entrate che la Magistratura dovessero decidere di procedere nei confronti dell’azienda e dei suoi dirigenti, potrebbero volerci anche molti anni per mettere la parola fine al contenzioso . A meno che, per evitare il trascinarsi della situazione, Google non decida di accettare le contestazioni sollevate praticamente senza obiezioni come ha fatto poche settimane fa Apple. Al momento qualsiasi conclusione, giornalistica o di merito dell’azienda, appare comunque decisamente prematura.
Luca Annunziata