Madrid – Quindici nuovi arresti e centinaia di perquisizioni: continua la maxioperazione condotta dalla polizia spagnola per far fronte alla moltiplicazione degli atti di phishing , recentemente alla ribalta della cronaca europea. Le ultime indagini hanno portato alla cattura di cittadini argentini e spagnoli, sospettati di avere rubato migliaia di euro dai conti in banca di moltissimi utenti di tutto il mondo.
Adesso le autorità non hanno più dubbi: dietro l’ondata di truffe registrate in tutta Europa c’è una sola organizzazione criminale , con ramificazioni in Eurasia, Africa ed America. Una vera internazionale del phishing ; secondo gli inquirenti, la banda operava da paesi come Romania, Russia, Argentina e persino dall’Italia. La mente del gruppo, stando a quanto comunicato dal ministero degli interni spagnolo, potrebbe essere un giovane tecnico informatico: già catturato, il 23enne è accusato di aver fornito worm ed altri strumenti ad una fitta rete di contatti globali.
Le forze dell’ordine iberiche hanno spiegato d’avere scoperto una specie di centro di reclutamento presso Valladolid, nel nord della penisola: i “phisher” agivano “reclutando collaboratori con semplici annunci pubblicitari, pubblicati su quotidiani e bacheche”. Attratti da promesse di “telelavoro”, molti cittadini si sarebbero trasformati in complici inconsapevoli di questa unica rete globale di truffatori – dopo l’installazione di un apposito software, il computer entrava silenziosamente a far parte di una immensa botnet , usata dai malviventi per spedire spam infetto.
Una volta analizzata la grandissima mole di prove raccolte (centinaia di computer, telefoni cellulari e supporti ottici), le autorità spagnole sperano di poter chiudere definitivamente il caso con la cattura di tutto l’organico malavitoso. Il contributo del’ FBI sarà determinante nel concludere le indagini – la lotta al phishing, suggerisce Phillip Hallam-Baker di Verisign , deve essere il frutto di una cooperazione internazionale.
Tommaso Lombardi