La Commissione Europea ha messo sotto esame Trentino Ngn, la società pubblico-privata che realizzerà la banda ultralarga nella Provincia Autonoma di Trento: a non piacere, in particolare, è il conferimento di 60 milioni di euro alla società dalla provincia che rischiano di configurare una forma di aiuto di Stato.
L’indagine di Bruxelles è stata ufficializzata con una lettera inviata alla Provincia di Trento e a quanto pare sollecitata da Vodafone Wind e Fastweb preoccupati del ruolo che Telecom svolgerà all’interno della nuova società. E l’argomento è stato affrontato anche da Roberto Viola, segretario generale di Agcom, sostenitrice dell’iniziativa che però ha rinviato ulteriori informazioni sul caso a “tra poche settimane”.
L’inizio delle indagini significa una lunga serie di richieste di verifiche europee sulla newco, volte in particolare a valutare se “un investitore privato di dimensioni paragonabili a quelle degli enti che gestiscono il settore pubblico avrebbe potuto essere indotto a effettuare conferimenti di capitali di simile entità” e se sono state valutare “altre proposte di investimento e/o partenariato” alternative a quella di Telecom Italia. Insomma, punteranno a verificare se è stata adottata una logica di mercato e se sono stati valutati tutti gli aspetti (anche relativi alla futura eventuale uscita della mano pubblica dall’azienda) della collaborazione con Telecom.
Dubbi, intanto, vengono ancora sollevati anche sulla FiberCo prevista dal Tavolo Romani, su cui però appare ancora lontana una intesa finale. In particolare, gli osservatori chiedono di chiarire meglio l’eventuale “conferimento della rete in rame dell’operatore di TLC alla newco pubblica e di spegnimento della larga banda ADSL” non appena in una cittadina italiana arriverà la fibra di Stato.
A rallentare sul passaggio alla banda larga e su una prossima conclusione del Tavolo Romani è poi proprio il presidente esecutivo di Telecom Italia Franco Bernabé nel corso del convegno Innovation Workshop organizzato a Trento, con un curioso tempismo data l’inchiesta di Bruxelles, da Etno, associazione dei maggiori gruppi europei delle telecomunicazioni.
In questa sede ha riferito che ad essere bassa è ancora la domanda di servizi di banda ultralarga “perché attualmente non ci sono prodotti di elettronica il cui utilizzo richieda una rete basata sulla fibra ottica”. Questo significa, per Bernabé, che per stimolare la domanda dovrebbe essere l’industria consumer a proporre nuovi prodotti, andando a creare nuovi bisogni.
Claudio Tamburrino