Delft (Olanda) – Si sta sviluppando in Europa, come accade con altri progetti in Cina e negli Stati Uniti , un nuovo promettente ambiente per la distribuzione P2P di contenuti multimediali . Si chiama Tribler , ed è una piattaforma open source che permetterà la nascita di una TV interattiva e collaborativa via Internet – la variante più interessante e rivoluzionaria nel panorama delle cosiddette tecnologie IPTV.
“La distribuzione e lo scambio di dati attraverso sistemi P2P costa poco e rappresenta attualmente il 60% di tutto il traffico Internet globale”, dice Maarten van der Sanden, uno dei responsabili di Tribler. Sviluppato dai ricercatori olandesi del Politecnico di Delft , Tribler nasce come progetto di studio finanziato dal governo olandese e fa tesoro delle conoscenze pratiche sviluppate nel progetto FreeBand , un’iniziativa volta alla condivisione di risorse informatiche attraverso la creazione di vere e proprie comunità collaborative virtuali .
Basato su BitTorrent , Tribler introduce elementi eccezionalmente innovativi per garantire maggiore sicurezza e velocità agli utenti. Tribler usa innanzitutto una tecnologia identificativa a doppia chiave crittografica (pubblica e privata), chiamata PermID .
Un’innovazione ideata per “assicurare l’autenticazione di amici e collaboratori sicuri attraverso la condivisione cooperativa di dati digitali” e per superare i limiti di BitTorrent. Secondo gli sviluppatori di Tribler, infatti, il celebre sistema creato dal neomilionario Bram Cohen non permette la nascita di “relazioni stabili e realmente cooperative tra i vari utenti”, in quanto manca di qualsiasi “sistema identificativo all’avanguardia”.
L’altra caratteristica del software, disponibile per Windows e Linux, è l’uso di un nuovo sistema di hash per evitare la distribuzione di “contenuti corrotti” e garantire maggiore integrità ai dati condivisi.
In futuro, il client sarà dotato di un’interfaccia grafica gradevole e simile a quella di Democracy . Tribler userà una tecnologia di ricerca file attraverso tag testuali ed è legato a doppio filo col database di Wikipedia .
“Crediamo in un sistema P2P legale, anche se sappiamo che finora questo termine è stato associato quasi esclusivamente a pratiche illegali”, dicono gli sviluppatori del software. “Dobbiamo creare un’alternativa stabile, sicura e soprattutto partecipativa che riesca a cancellare questo pregiudizio ed apra le porte a nuovi modelli di business”, aggiungono in una nota ufficiale.
Il software gode già del benestare di grandi aziende europee, come Philips , e si presenta all’industria multimediale come un’ alternativa a basso costo rispetto al modello verticale di distribuzione server-client, caro ai colossi delle telecomunicazioni. Una tipologia di offerta che Telecom Italia , ormai da tempo, promuove nel Belpaese attraverso il portale RossoAlice .
Tommaso Lombardi