Ancora una volta i risultati fiscali di Apple sono stati argomento di numerose discussioni ben prima degli annunci ufficiali, e il principale oggetto della discussione è sempre lui, l’oggetto che più rappresenta gli ultimi dieci anni di storia recente della mela: l’iPhone… e in particolare l’iPhone X. Tra ricerche che da una lato confermavano le buone vendite del melafonino del decimo anniversario, e altre che dicevano l’esatto contrario, in molti si sono dimenticati di considerare due dettagli fondamentali: il primo è che iPhone X (al di là di tutte la parole spese per lodarlo o contestarlo) rappresenta solo una parte della vendita di iPhone… una parte importante, vista l’attrattiva indotta dalle numerose novità, ma pur sempre una singola parte, che va sommata alle vendite altrettanto importanti di iPhone 8 e del modello plus (oltre che tutte le serie precedenti, incluso l’iPhone SE). Il secondo dettaglio è relativo alla disponibilità di iPhone X, che è arrivato solo a novembre e in quantità tali da non poter soddisfare da subito le richieste di mercato.
Tutto questo per dire che l’affidabilità di numeri e confronti snocciolati nelle scorse settimane era decisamente bassa vista la particolarità della situazione, e quello che più conta sono i numeri annunciati ieri sera. Andando diretti al punto più caldo della discussione, diciamo subito che iPhone ha venduto 77,3 milioni di unità, circa un milione in meno rispetto al trimestre natalizio del 2016, ma nonostante ciò l’incremento di fatturato del melafonino è passato da 54,4 a 61,6 miliardi di dollari, con un incremento del 13 percento. Questo ci dice che a fronte di un numero di vendite pressoché stabili (con un leggero calo) gli utenti hanno privilegiato l’acquisto dei modelli più costosi, indirizzando i propri interessi proprio verso il nuovo iPhone X. Ora, considerato l’arrivo tardivo del modello di punta, resta da capire quanto la nuova generazione dell’iPhone riuscirà a far presa sul pubblico durante il resto dell’anno, o quanti utenti preferiranno attendere direttamente la prossima generazione (oppure una nuova versione dell’iPhone SE, che potrebbe arrivare molto presto e dare sostegno delle vendite della prima metà del 2018).
A dimostrazione di quanto le vendite del melafonino siano influenti per l’andamento complessivo di Apple (e non potrebbe essere diversamente visto che l’iPhone rappresenta quasi il 70 percento degli introiti di Cupertino) non possiamo non notare che anche il fatturato totale della casa della mela registra lo stesso identico incremento del 13 percento, passando dai 78,3 miliardi di dollari dello scorso anno agli 88,3 miliardi attuali con un utile netto pari 3,89 dollari per azione diluita. Questo dato rappresenta un ulteriore record molto apprezzato dagli analisti, tant’è che non momento in cui scriviamo le azioni AAPL crescono di oltre 5 dollari nel mercato dell’After hours, superando il valore di 173 dollari per azione. Il buon andamento in borsa, nonostante la battuta d’arresto nel numero di iPhone venduti, è merito anche di un risultato che è andato oltre le aspettative: i pronostici dello scorso trimestre parlavano infatti di un fatturato compreso tra gli 84 e gli 87 milioni di dollari, mentre Apple è riuscita a superare gli 88 milioni. Per dovere di cronaca segnaliamo che per il trimestre in corso ci si attende un fatturato compreso tra i 60 e i 62 milioni di dollari, cifra per certi versi ambiziosa che significherebbe un incremento di circa il 15 percento rispetto al 2017.
Ma accantoniamo per un momento le previsioni per andare a scrutare più da vicino cosa ha portato Apple a raggiungere il nuovo record appena annunciato. Prima di tutto dobbiamo evidenziare che Apple è cresciuta in tutto il mondo, dal 10 percento americano al 26 percento del mercato giapponese: quando il successo è omogeneo in tutti i continenti, significa che ci sono solide basi per ulteriori crescite (come dimostrato dall’ottimismo degli investitori e dalle previsioni di Apple per il trimestre in corso). Scendendo nei dettagli dei singoli prodotti dobbiamo invece spendere qualche parola su ognuna delle categorie prese in esame.
Prima di tutto l’ iPad sembrerebbe aver definitivamente arrestato il suo trend calante, visto che si conferma in crescita (seppur esigua in termine di unità vendute) per il terzo trimestre consecutivo. Difficile stabilire se sia merito del marketing di Apple, dell’andamento del mercato, o di che altro, ma Apple ha sicuramente altre carte da giocare per dare ulteriore linfa a questo segmento di mercato, che comunque ha visto la vendita di 13,2 milioni di unità per un fatturato pari a 5,9 miliardi di dollari.
Discorso diverso per i Mac , in calo del 5 percento sia come fatturato (6,9 miliardi di dollari) che come numero di unità vendute (5,1 milioni). Sarebbe facile incolpare di questo calo sia l’andamento globale del mercato dei computer, sia il fatto che i nuovo Mac desktop sono attesi più tardi nel corso del 2018… e magari anche la già citata ripresa dell’iPad, che per certi versi potrebbe cannibalizzare alcuni segmenti dei notebook. Probabilmente però Apple avrebbe bisogno di fare qualcosa in più anche nel settore dei portatili, segmento che senza ombra di dubbio rappresenta la fetta maggiore del mercato dei personal computer.
Arriviamo infine alle consuete voci dei Servizi e degli Altri prodotti , che crescono rispettivamente del 18 e del 36 percento, superando nel loro complesso il fatturato di Mac e iPad. Se i cosiddetti Servizi raggiungono la cifra di 8,5 milioni di fatturato grazie alla vendita di contenuti digitali (quindi dall’App Store a Apple Music), sono gli altri prodotti quelli che in realtà registrano la crescita maggiore: 5,5 milioni di dollari di fatturato rappresentano infatti una crescita del 36 percento rispetto l trimestre Natalizio del 2016, e il grosso di queste vendite è costituito dalla Apple TV e da Apple Watch. È ancora presto per tirare le somme, ma chi sottovalutava gli smartwatch potrebbe presto ricredersi, e a Cupertino hanno intrapreso la giusta strada anche in questa direzione.
Chiudiamo questo commento segnalando che il consiglio di amministrazione ha deciso di distribuire un dividendo pari a 0,63 dollari per ogni azione posseduta alla chiusura dei mercati del 12 febbraio (altro elemento che contribuisce al buon andamento di APPL nell’After hours).
Domenico Galimberti
blog puce72
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