Il generale rallentamento del mercato hi-tech ha influito negativamente sulla trimestrale di Samsung, come emerge dai risultati finanziari pubblicati dal gruppo sudcoreano. La richiesta di chip da integrare nei dispositivi, in particolare quelli di memoria, è scesa e di conseguenza le entrate per la società, ferme a 53 miliardi di dollari nei tre mesi terminati il 30 settembre, con un -5,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Giù anche i profitti, quasi del 56%, fermi a 6,71 miliardi di dollari.
Il business di Samsung: meno chip e più smartphone
Ad ogni modo, nulla di non previsto dagli analisti. C’è però un risvolto della medaglia: il business mobile dell’azienda è in salute: il marchio continua a ricoprire un ruolo da leader nel settore smartphone con la linea Galaxy che ha fatto segnare un +17,4%. Molto bene le vendite della gamma Note10 e della più economica serie A. Non è andata nel migliore dei modi poiché il pieghevole Galaxy Fold ha incontrato i ben noti ostacoli di natura tecnica in seguito al lancio dei mesi scorsi.
In flessione anche le entrate legate al settore TV. La fornitura di display, soprattutto quelli di tipo OLED, attraversa invece un trend positivo. L’avvento dell’era 8K che potrebbe spingere una fetta di utenti verso un upgrade.
Per quanto riguarda il 2020, l’azienda rimane cauta: le incertezze che interessano l’economia a livello globale impediscono di guardare al prossimo anno con eccessivo entusiasmo. Ciò nonostante, la sempre più capillare diffusione delle reti 5G potrebbe spingere ulteriormente verso l’alto i volumi di vendita dei telefoni, grazie a una domanda di modelli compatibili con i network di nuova generazione.