Trimestrale Spotify, l'outlook delude Wall Street

Trimestrale Spotify, l'outlook delude Wall Street

Spotify comunica solidi risultati, ma l'outlook è rallentato da qualche incertezza di troppo ed il titolo crolla quindi in Borsa nell'after-hour.
Trimestrale Spotify, l'outlook delude Wall Street
Spotify comunica solidi risultati, ma l'outlook è rallentato da qualche incertezza di troppo ed il titolo crolla quindi in Borsa nell'after-hour.

Nel gran ballo delle trimestrali, Spotify suona un brano che parte con grande entusiasmo e termina in tono minore. L’ascesa della vigilia, con forti acquisti sul titolo nella speranza di numeri importanti in termini di crescita, si spegne infatti su previsioni in sfumature di grigio che deludono e affondano il titolo. L’andamento è stato controverso fin dai minuti successivi alla trimestrale, quando il titolo è affondato anche del 20% per poi chiudere con perdite pressoché dimezzate: all’apertura odierna si capirà quale lettura avrà dato il mercato a bocce ferme.

Spotify, avanti adagio

Per Spotify in realtà si sono registrati numeri estremamente solidi: 406 milioni di utenti attivi (in aumento rispetto ai 308 milioni del trimestre precedente), con un aumento del 16% dell’utenza pagante, significano un ulteriore strappo verso l’alto proprio mentre la concorrenza si fa sempre più arrembante.

Uno dei tasti dolenti resta il podcast “The Joe Rogan Experience” che tante polemiche ha sollevato a livello mondiale, con tanto di dipartita del catalogo di Neil Young in polemica per i contenuti no-vax ospitati dalla piattaforma. In un meeting interno, il CEO Daniel Ek avrebbe spiegato come Spotify non sia un editore, ma una piattaforma, ed in quanto tale non può e non deve intraprendere scelte relative al contenuto dei prodotti ospitati. Durante la trimestrale il gruppo si è limitato a spiegare di aver ancora “molto lavoro da fare“, ma la crescita del comparto podcast potrebbe soffrire degli strascichi di questa polemica e l’outlook riflette questa sosta ai box inattesa.

La caduta è correlata dunque più che altro all’incertezza del momento e al sospetto per cui questa vicenda possa aprire ulteriori crepe nella forza propulsiva di una piattaforma che oggi domina e cresce con solida sicurezza. L’outlook fornito non ha convinto e i timori per la crescita futura seguono l’incertezza con cui il gruppo ha delineato la parabola ascendente dei mesi a venire: per volare anche in Borsa non bastano buoni risultati, ma servono anche effervescenti promesse.

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Pubblicato il
3 feb 2022
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