Intel Corporation ha chiuso il suo primo trimestre dell’anno fiscale 2017 come al solito, vale a dire col segno più quasi su tutti i fronti e la prospettiva di continuare a fare ottimi affari anche nel prossimo futuro. Il mercato tecnologico è in evoluzione costante, ma Chipzilla non teme il futuro né la concorrenza – anche se presto potrebbe essere costretta a cedere lo scettro di primo produttore di chip al mondo ai colossi dell’estremo oriente.
I ricavi complessivi incamerati da Intel nel trimestre conclusosi il primo aprile ammontano a 14,8 miliardi di dollari, un +8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e in linea con le aspettative comunicate agli analisti. I ricavi operativi sono cresciuti del 40 per cento anno-su-anno fino a 3,6 miliardi di dollari, mentre i profitti netti sono stati 3 miliardi tondi, con un più che salutare +45 per cento.
Il primo trimestre del 2017 ha raggiunto risultati “record” dopo l’anno record che è stato il 2016, ha comunicato il CEO Brian Krzanich, con il business aiutato dall’arrivo della innovativa tecnologia di memoria ibrida nota come Optane e il prezzo mediamente alto delle CPU per PC desktop e server.
Tutti in positivo i ricavi dei diversi compartimenti del business di Santa Clara, con la divisione Client Computing Group al +6 per cento (8 miliardi di dollari), Data Center Group al +6 per cento (4,2 miliardi), Internet delle Cose al +11 per cento (721 milioni). Negativa solo la divisione Sicurezza con un -1 per cento (534 milioni di dollari), risultato giustificato dalla parziale separazione da McAfee .
Intel prevede di continuare a vendere le sue CPU, i suoi chip di memoria e microprocessori a un prezzo che garantisce importanti margini di guadagno , anche se l’ arrivo della nuova architettura Ryzen di AMD dovrebbe contribuire a calmierare almeno parzialmente i prezzi sul fronte dei processori per PC x86 propriamente detti.
Le CPU Ryzen sono in circolazione da appena un mese, e per il momento il loro contributo al business di AMD è a dir poco parziale: i conti trimestrali della “piccola” concorrente di Chipzilla si sono chiusi ancora in rosso, anche se è un rosso sempre più roseo.
AMD ha chiuso i primi tre mesi del 2017 con ricavi per 984 milioni di dollari, un +18 per cento rispetto all’anno precedente, mentre le perdite nette ammontano a 73 milioni di dollari contro i 109 milioni del 2016. Il CEO Lisa Su parla di opportunità di espansione negli “anni a venire”, con la crescita di popolarità (e di lotti di produzione) della suddetta architettura Ryzen , la fornitura di componenti hi-end per la nuova console “4K” di Microsoft ( Project Scorpio ) e il debutto della nuova architettura di GPU Vega .
Quel che è certo, fotografa il Wall Street Journal , è che il business dei microprocessori nel suo complesso è diventato un “gigante” da 352 miliardi di dollari grazie alla proliferazione dei componenti tecnologici più sofisticati al mondo nei gadget indossabili, negli elettrodomestici interconnessi e più in generale nella Internet delle Cose (IoT).
Gli affari del mercato dei microchip crescono, i soliti noti guadagnano sempre di più ma un cambiamento ai vertici sarebbe in dirittura d’arrivo: Samsung potrebbe presto superare Intel nella vendita di semiconduttori , con economie di scala che traggono non poco giovamento dal recente incremento dei prezzi dei chip di memoria DRAM e NAND Flash.
Il business del colosso sudcoreano va in ogni caso a gonfie vele, con il primo trimestre dell’anno che si è chiuso (al 31 marzo 2017) con 9,9 milioni di miliardi di won (8,7 miliardi di dollari) e un +48 per cento anno-su-anno in profitti operativi. È stato il secondo trimestre più profittevole di sempre, dice Samsung, con ricavi complessivi per 50,55 milioni di miliardi di won (44,5 miliardi di dollari) e un +2 per cento anno-su-anno. La corporation non ha troppo sofferto per la debacle del Galaxy Note 7 esplosivo, insomma, anche se le performance più brillanti degli ultimi tre mesi vanno attribuite alla divisione semiconduttori con una crescita di domanda importante per i succitati chip di memoria e i display.
Alfonso Maruccia