Dharmsala (India) – Un virus informatico pensato per colpire i computer del governo tibetano in esilio in India e trarne informazioni sarebbe stato creato da virus writer al soldo del regime di Pechino e scatenato con violenza nelle ultime settimane. Col passare dei giorni l’attacco si sarebbe intensificato e diversificato, con mutazioni del virus capaci di farsi passare come originate dai computer tibetani.
Questa la grave accusa rivolta a Pechino del governo tibetano in esilio secondo un lancio di Associated Press ripreso in Italia dall’ Associazione Italia Tibet . Ad affermare l’origine pechinese dei virus che ha colpito i computer tibetani di Dharmsala è Jigme Tsering, responsabile del Centro informatico tibetano. Secondo Jigme l’attacco è diretto contro tutta la rete informatica di supporto del Governo in esilio in tutto il mondo, probabilmente con l’intento di recuperare informazioni sugli esuli e sui loro sostenitori.
“Credo – ha affermato l’esperto – che stiano cercando informazioni sulle nostre attività, su Sua Santità il Dalai Lama e sui suoi spostamenti. Si tratta di un attacco di alto livello, è incredibile. Passo quasi quattro ore al giorno per evitare danni ai nostri sistemi”. In verità Jigme aveva già accusato Pechino l’anno scorso per attività del tutto simili, operazioni che l’esperto ritiene non siano mai cessate ma che siano ora intensificate. Tsering ha aggiunto che i circa 400 computer del network governativo sono ben protetti ma i gruppi di supporto esterni potrebbero invece esserlo meno.
A quanto pare i messaggi infetti, contenenti virus e trojan, sono stati diramati da una società che ha sede a Pechino e due settimane fa, quando ci furono i primi allarmi sulla circolazione di quest’ultimo virus, i messaggi sono stati modificati per farli apparire come generati dai computer tibetani. Si tratterebbe, dunque, di un vero e proprio conflitto cyber scatenato da Pechino contro gli oppositori che rappresentano il più grande imbarazzo per la nomenklatura cinese.