Come anticipato, nella giornata di ieri Donald Trump ha fatto visita all’impianto di Apple in Texas dove viene assemblato il nuovo Mac Pro, accompagnato da Tim Cook. Al termine del tour, un cronista ha chiesto al presidente USA se l’ipotesi di sollevare l’azienda di Cupertino dall’obbligo di pagare i nuovi dazi sulle importazioni dalla Cina (in vigore dal 15 dicembre) sia fondata o meno. Questa la sua riposta.
Il problema è legato a Samsung. È una grande azienda, ma anche un concorrente di Apple. Non sarebbe corretto, siccome abbiamo un importante accordo commerciale con la Corea del Sud. Dovremmo trattare Apple nello stesso modo.
Nessun nuovo dazio cinese per Apple?
Il riferimento è al concorrente Samsung e agli accordi siglati con il paese che ne ospita sia il quartier generale sia gli impianti di produzione. Il brand, lo ricordiamo, è il primo produttore al mondo di smartphone, davanti a Huawei e alla stessa mela morsicata.
Proprio in questi giorni Apple ha annunciato la realizzazione di un nuovo campus in Texas che aprirà i battenti entro il 2022 ospitando in un primo momento 5.000 dipendenti e arrivando poi a pieno regime ad accoglierne il triplo. Una prospettiva di certo vista di buon occhio da Trump.
In passato il rapporto fra il tycoon e il CEO di Cupertino non è stato privo di tensioni. Prima della sua elezione alla Casa Bianca nel 2016, Trump si è lanciato in un appello per boicottare i prodotti Apple. Pochi mesi fa ha chiesto in modo fermo all’azienda di produrre i suoi device negli Stati Uniti se intende evitare i nuovi dazi. In marzo ha addirittura sbagliato il cognome del numero uno della mela morsicata, chiamandolo Tim Apple e provocando una divertita reazione social di quest’ultimo. Poi un incontro in estate sembra aver contribuito a calmare le acque e oggi non viene negata la possibilità di risparmiare il pagamento extra sulle importazioni.