La calma non è certo la prima virtù di Donald Trump, che a meno di 24 ore di distanza dalla presa di posizione di Twitter per quanto riguarda il fact checking di due post condivisi annuncia un giro di vite nei confronti di tutti i social network. Una reazione scomposta quella del Presidente USA, che nell’immediato ha manifestato l’intenzione di oscurare i siti Web ritenuti responsabili di soffocare le opinioni e la libertà di espressione della fazione repubblicana e conservatrice.
Il fact checking di Twitter, la reazione scomposta di Trump
La stampa d’oltreoceano parla di un ordine esecutivo che verrà ufficializzato a breve, senza però aggiungere ulteriori dettagli. Quanto accaduto ieri ha visto la piattaforma di Jack Dorsey associare ai tweet del tycoon un link “Get the facts” (come visibile nello screenshot qui sotto) verso approfondimenti che prove alla mano smentiscono le dichiarazioni dell’inquilino della Casa Bianca in merito a un presunto legame tra il voto per corrispondenza e i brogli elettorali.
Sulla questione è intervenuto anche Mark Zuckerberg, numero uno di Facebook, affermando in un’intervista rilasciata a Fox News che censurare un sito Web non è esattamente la mossa migliore né più coerente per contrastare l’azione di chi viene accusato di censura. In serata Trump ha rincarato la dose:
I repubblicani pensano che le piattaforme di social media silenziano completamente le voci conservative. Le regoleremo con la forza o le chiuderemo prima che questo possa essere permesso.
Con l’appuntamento elettorale del prossimo novembre che si avvicina a grandi falcate e nel bel mezzo di una crisi sanitaria globale che non allenta la propria presa sugli Stati Uniti, il dibattito pubblico negli USA già concentrato tra le altre cose su sicurezza nazionale e teorie del complotto dovrà trovare spazio per accogliere un nuovo terreno di confronto e scontro.