Si segnala oggi un nuovo capitolo nella sempre più complessa vicenda riguardante i rapporti che legano gli Stati Uniti e la Cina e, nel dettaglio, il ban imposto dal Dipartimento del Commercio statunitense a Huawei. L’inserimento del gruppo di Shenzhen nella Entity List annunciato a maggio di fatto impedisce alle aziende americane di fornire tecnologia e componenti da destinare ai prodotti e ai servizi della società cinese.
USA-Huawei: c’è l’apertura di Trump?
L’unica via percorribile è quella che passa dall’ottenimento di apposite licenze rilasciate da Washington. Oltre 130 le richieste ricevute in pochi mesi. Una è stata assegnata a Qualcomm, con il chipmaker di San Diego che nelle scorse settimane ha ripreso la fornitura delle componenti. Stando a quanto riporta oggi il New York Times, il semaforo verde sarebbe in procinto di accendersi anche per altre società che negli ultimi mesi si sono viste costrette a fare i conti con la perdita forzata di un cliente importante come Huawei.
Al momento non si segnalano però conferme ufficiali in merito, il tutto è da etichettare come una voce di corridoio. I prodotti che le aziende USA potranno recapitare alla società di Ren Zhengfei sono quelli ascrivibili alle tipologie “non sensibili” ovvero facilmente rimpiazzabili con alternative acquistabili da realtà che si trovano in paesi stranieri.
Nei prossimi giorni a Washington andrà in scena un incontro che vedrà i rappresentanti di Stati Uniti e Cina sedersi nuovamente intorno a un tavolo nel tentativo di porre fine alla guerra commerciale tra le due superpotenze che va avanti ormai da oltre un anno, combattuta anche a colpi di dazi sulle importazioni.
Tutto questo mentre si avvicina la data del 19 novembre. Allora scadrà la seconda proroga da 90 giorni al ban concessa in agosto da Washington per far sì che Huawei possa temporaneamente continuare a collaborare con le realtà statunitensi.