Gli Stati Uniti vogliono essere la patria dell’innovazione e per questo motivo in ambito di Intelligenza Artificiale vogliono attingere alla più profonda tradizione liberista del paese a stelle e strisce: nessuna regola metta i bastoni tra le ruote ad una realtà che oggi ancora non ha svelato tutto il proprio potenziale, ma il cui impatto può diventare “disruptive” sotto ogni punto di vista.
L’amministrazione Trump ha dunque scelto la deregulation : se si vuole far sì che le iniziative nel mondo AI non vengano frenate da burocrazia e lacci normativi, occorre lasciare pieno potere a quelle poche decine di aziende che stanno investendo grandi capitali in questa direzione. La firma di Donald Trump è nelle parole di Michael Kratsios, White House technology adviser, il quale ha illustrato l’approccio della Casa Bianca con una serie di analogie estremamente chiare: “non abbiamo tagliato i fili ad Alexander Graham Bell prima che facesse la prima chiamata, non abbiamo regolamentato i voli prima che i fratelli Wright prendessero il volo” e per logica conseguenza gli USA non imporrano ora regole laddove potrebbe funzionare meglio uno spirito “free-market” di principio.
Dichiarazioni chiaramente attente ai contrappesi che l’accelerazione imposta dall’IA determina, ma soprattutto un principio che l’amministrazione vuole sbandierare: la crescita esponenziale del mercato dell’Intelligenza Artificiale non può trovare freni prematuri ed è necessario assicurare ai grandi gruppi USA di poter esprimere il proprio potenziale in un settore che va anzitutto colonizzato, quindi capito, infine eventualmente regolamentato.
“Erigere barriere all’innovazione non ferma il futuro, ma lo sposta oltreoceano”: gli USA vogliono invece cavalcare l’onda fino in fondo, consci del fatto che si tratta di una fase estremamente cruciale nella quale l’oriente manca di competenze, l’Europa manca di capitali, mentre gli Stati Uniti possono potenzialmente avere tutto per potersi imporre.
Bisogna crederci? Le parole provenienti dalla Casa Bianca sono sicuramente una dichiarazione di intenti estremamente credibile e ben calibrata. Per contro, difficilmente gli USA possono dimenticare il messaggio che la questione Facebook/Cambridge Analytica ha inviato al mondo intero. I temi etici sono pertanto sul tavolo (Google ne sta affrontando uno non indifferente proprio in queste ore) ed al momento giusto saranno messi in gioco. Non ora, però: nessuno ha tagliato i fili a Bell prima della prima telefonata e nessuno fermerà Facebook, Google e chi altri prima che l’IA abbia spiccato realmente il volo.