È Emmanuel Macron a rendere noto che l’incontro di ieri con Donald Trump è stato proficuo. Le parti hanno intavolato una “grande discussione”, così l’ha definita il presidente francese. Al centro del meeting la Digital Tax che il paese europeo ha più volte manifestato l’intenzione di introdurre, un’imposta applicata ai giganti USA del mondo tecnologico e calcolata sulla base dei proventi generati nel proprio territorio.
Francia: stretta di mano fra Trump e Macron sulla Digital Tax
I dettagli non sono stati resi noti, ma quanto trapelato lascia intendere una volontà comune di collaborare per evitare un’immediata impennata delle tasse. Si parla di tregua, ma non di questione archiviata. Tutto sembra poter essere rimandato alla fine del 2020 con nuove trattative che andranno in scena nelle prossime settimane nel contesto della Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico con l’obiettivo di definire una nuova regolamentazione che possa essere applicata non solo a livello nazionale, ma quantomeno in tutta l’area europea.
Le tensioni tra le parti sono montate nel luglio scorso quando Parigi ha nuovamente espresso l’intenzione di applicare un’imposta pari al 3% dei proventi generati sul territorio francese dalle aziende statunitensi che operano erogando servizi digitali. Una misura riservata ai gruppi che incassano oltre 25 milioni di euro nel paese e oltre 750 milioni di euro a livello globale: interessati dunque Google, Amazon, Facebook e gli altri colossi hi-tech d’oltreoceano.
Da Washington la risposta non si è fatta attendere, con gli Stati Uniti che replicando a Macron hanno prontamente manifestato la volontà di introdurre nuove tasse sull’importazione di prodotti come champagne, borse, vestiario e altri articoli provenienti dalla Francia.
Le aziende USA non saranno dunque chiamate a versare un centesimo nelle casse francesi almeno fino all’ultima parte dell’anno. La minaccia della contromossa statunitense pare essere stata sufficiente per far slittare la scadenza da aprile (come previsto) a dicembre. Si proseguirà dunque nel frattempo con le trattative al fine di trovare una soluzione che possa mettere d’accordo tutti o quantomeno non scontentare nessuno. Il prossimo meeting già domani, in occasione del Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera.