Tumblr non può fare a meno del sesso. Così possiamo sintetizzare la decisione appena resa ufficiale dai vertici della piattaforma (dal 2019 sotto il controllo di Automattic), che apre nuovamente alla pubblicazione di contenuti destinati a un pubblico adulto, dopo averli messi al bando ormai quasi quattro anni fa sotto la proprietà Verizon. Trova dunque conferma un’indiscrezione circolata nel mese di settembre.
Dopo quattro anni, torna il sesso su Tumblr
Gli utenti dovranno però accompagnare le pubblicazioni con ciò che viene definita un’etichetta community adeguata. In questo modo, potranno essere di conseguenza mostrate oppure nascoste a seconda delle impostazioni scelte da ognuno.
Diamo il benvenuto a una più ampia gamma di modalità di espressione, creatività e arte su Tumblr, includendo i contenuti che raffigurano la figura umana (sì, vale anche per la figura umana nuda).
Dunque, anche se le vostre creazioni contengono nudità, argomenti per adulti o contenuti sessuali, ora potete condividerli su Tumblr utilizzando il Community Label appropriato, così che tutti possano controllare la tipologia di elementi che vedono sulla loro dashboard.
Tra le linee guida appena aggiornate (in data 1 novembre) si legge quanto segue.
Su Tumblr non sono consentite rappresentazioni visive di atti sessualmente espliciti (o contenuti incentrati sui genitali). Ciò include immagini, video, GIF, disegni, CGI o simili. L’arte storicamente significativa che potresti trovare in un museo tradizionale e che raffigura atti sessuali, come quella dell’Impero Śuṅga in India, è ora consentita su Tumblr con un’etichetta adeguata.
La nudità e altri tipi di materiale per adulti sono generalmente i benvenuti. Non siamo qui per giudicare la tua arte. Ti chiediamo solo di aggiungere un’etichetta community ai tuoi contenuti per adulti in modo che le persone possano scegliere di filtrarli dalla loro dashboard, se lo desiderano.
La volontà di non ammettere i contenuti espliciti è legata principalmente ai problemi che questi innescherebbero con i metodi di pagamento. Ne è testimonianza quanto avvenuto negli anni scorsi con il caso PayPal-Pornhub.