L’intervento del Primo Ministro Erdogan, che attraverso l’autorità che vigila sulle Comunicazioni della Turchia ha chiuso il becco a Twitter e alle indiscrezioni riguardo alla corruzione che pervaderebbe i vertici del governo, non è accettabile: non per il Tribunale di Ankara, che ha accolto numerose denunce capaci di mettere in discussione la validità del blocco.
La determinazione delle autorità turche guidate da Erdogan, manifestata in un più severo blocco IP seguito all’ inefficace inibizione a mezzo DNS, non ha sortito l’effetto sperato: nei giorni scorsi i cittadini della Rete hanno trovato il modo per continuare a cinguettare e per scuotere l’opinione pubblica locale e globale, suscitando gli interventi dell’Unione Europea, della Casa Bianca, delle Nazioni Unite, che da ultime hanno condannato l’inibizione fatta calare sulla piattaforma come una violazione dei diritti umani.
Twitter in Ankara. People are tweeting in the street. #ErdoganBlockedTwitter #DictatorErdogan pic.twitter.com/AOz6wpB0yN ” via Andre Sprang
– Melanie Majeski (@mellmaj) 23 Marzo 2014
Della stessa opinione è stata la corte di Ankara che ha ordinato la sospensione del blocco: la misura adottata, sopprimendo di fatto la libertà dei cittadini di esprimersi e di informarsi, viola la Costituzione turca e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Le autorità dovranno necessariamente adeguarsi alla decisione e revocare l’inibizione degli accessi in attesa di un ricorso rispetto alla decisione, eventualità che le autorità turche starebbero già discutendo .
Anche Twitter, in questi giorni turbolenti, si è organizzata per difendere la propria posizione e supportare i diritti dei cittadini della Rete che utilizzano il servizio: ha ricordato di aver eliminato i contenuti in violazione delle condizioni d’uso oggetto di due richieste di rimozione emesse dalle autorità turche (ricevute solo a blocco innescato), e ha spiegato di aver reso irraggiungibile, solo all’interno dei confini della Turchia , un account in particolare. Si tratta di un blocco che Twitter ha istituito solo in attesa che la giustizia locale esamini la richiesta di sospensione che la piattaforma ha già presentato alle autorità. Rassicurando i propri utenti riguardo alla riservatezza di dati personali come email e indirizzi IP, Twitter si aspetta che questo blocco, definito “sproporzionato”, venga abbattuto a breve “affinché i cittadini possano continuare a intrettenere un dialogo aperto online in attesa delle elezioni che si terranno alla fine di questa settimana”. L’autorità turca che vigila sulle Comunicazioni ha 30 giorni per recepire l’ordine di sblocco.
Gaia Bottà