Si respirava quasi un’aria di entusiasmo ieri alla presentazione nella capitale del Sistema Pubblico di Connettività (SPC) , il progettone su cui si lavora da molto tempo e che grazie alle nuove tecnologie dovrebbe rivoluzionare la pubblica amministrazione italiana .
Si parla di un investimento complessivo per i prossimi cinque anni di 1,6 miliardi di euro , che copriranno i progetti di sviluppo che verranno assegnati con cinque gare lanciate dal CNIPA , il braccio informatico del Governo. Il primo obiettivo concreto sarà quello di portare tutta la PA in broad band entro il 2007 . Il grosso della connettività lo fornirà Fastweb ma parteciperanno in misura minore anche BT Italia, Wind e Telecom Italia.
Solo una rete veloce che consenta di veicolare servizi aggiuntivi come il VoIP, è stato detto, può portare efficienza e risparmio in un apparato elefantiaco che fatica moltissimo, azzoppato da una sostanziale e diffusa ignoranza digitale .
Ma se il risparmio deriva dalla dematerializzazione dei documenti, come dall’utilizzo di nuove tecnologie di comunicazione, l’efficienza si recupera spingendo sugli obblighi di upgrade previsti dalla normativa da cui deriva SPC, il Codice dell’amministrazione digitale : impone alle singole amministrazioni di collaborare e dialogare le une con le altre. Un progetto ambizioso: alla fine dell’anno saranno collegate circa 450 sedi italiane della PA più 120 sedi all’estero. La speranza, dunque, è che imparino a cooperare.
Fantascienza? Non lo crede il presidente di CNIPA, Livio Zoffoli, secondo cui i primi progetti di collaborazione, che vertono anche sull’ interoperabilità dei sistemi usati dalla PA, troveranno completamento entro la fine dell’anno. “Operando insieme e privilegiando la condivisione tra amministrazioni, università, ricerca e operatori del mercato – ha evidenziato ieri – la PA italiana potrà essere il vero volano dell’innovazione nel nostro paese e della sua imprescindibile ripresa di competitività”. Il denaro che gira e girerà per questi progetti si potrebbe tradurre, almeno in parte, in commesse per l’industria IT italiana , che da anni spera in una ripresa della spesa IT della PA centrale e locale.
Molti i vantaggi che SPC dovrebbe portare agli italiani: oltre ad un ulteriore sviluppo dei sistemi di informazione e pagamento per le imprese, si accenderanno nuove possibilità di interazione telematica della PA con il singolo cittadino. Il tutto con il beneficio di procedure amministrative più veloci: secondo Zoffoli un adempimento che oggi richiede 30 giorni potrà essere ridotto a 4 o 5 giorni. In generale, SPC attraverso l’offerta di più di 700 servizi dovrebbe ridurre le attese, eliminare le code e soprattutto rendere lo “sportello telematico” della PA un interlocutore unico con cui interagire via Internet per espletare una pletora di adempimenti.
E il cittadino? Si abituerà rapidamente ai vantaggi . Lo ha sostenuto Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb, secondo cui “in tutti i paesi dove la penetrazione della banda larga è stata superiore, la pubblica amministrazione ha giocato un ruolo determinante, in quanto ha abituato i cittadini a interloquire in modo moderno con essa, ha abituato gli studenti a studiare e ad avere un rapporto personale, ad esempio, con la propria università. Le PA hanno generato la necessità di considerare la banda larga come uno strumento di vita dal quale non si può prescindere nella quotidianità. L’SPC fa diventare la PA un elemento di modernizzazione per il Paese”.
L’SPC, è stato detto, è dunque a un punto di svolta: nei prossimi due mesi, con l’approvazione delle linee strategiche del CNIPA per lo sviluppo dell’innovazione nella PA nel triennio 2008-2010, le singole amministrazioni dovranno elaborare un proprio programma triennale che comprenda progetti, upgrade e manutenzione dell’infrastruttura esistente e costi. Con questi programmi in mano, a giugno il CNIPA darà vita al Piano triennale nazionale .