Il mondo dei Mobile Internet Device non è esente da grattacapi e problemi anche complessi da affrontare, ma più delle difficoltà le promesse della convergenza tra smartphone tradizionali e connettività on-the-go fanno gola a tutti : soprattutto ai grandi protagonisti un po’ in affanno sui progressi clamorosi fatti dalla concorrenza fiorita in questi anni di iPhone, Android e compagnia.
Chi come il gigante cinese Lenovo aveva deciso, quasi due anni fa, di tirarsi fuori dal mercato dei telefonini avanzati, fa ora mostra di un significativo mea culpa davanti ai mercati e investe un bel po’ di fondi (200 milioni di dollari) per ritornare in possesso degli asset lasciati andare in precedenza.
Il quarto produttore di PC del mondo aveva incassato 100 milioni di dollari dalla vendita della divisione Lenovo Mobile a un gruppo di investitori, e ora spende il doppio per riacquistarla giustificando la mossa con una migliorata posizione finanziaria del comparto e un raddoppio più che abbondante dei profitti della società rispetto a un anno prima (53 milioni di dollari al 30 settembre).
“Ora gli amministratori considerano appropriato muoversi aggressivamente per catturare l’opportunità del business della Internet mobile” recita lo stringato comunicato rilasciato da Lenovo attraverso il mercato borsistico di Hong Kong, una dichiarazione d’intenti per la corporation che vuole sfruttare la “significativa opportunità di crescita” della convergenza tra computer, smartphone e connessione always on su reti cellulari dopo essersi per lungo tempo focalizzata sul solo settore PC.
Chi invece nel mercato mobile è protagonista da sempre è Nokia, il leader globale per la produzione di cellulari che candidamente confessa, per bocca del direttore del marketing Anssi Vanjoki, di non andare sufficientemente veloce nello sfruttamento dell’onda lunga dei MID e della Internet in mobilità .
In questi anni le principali innovazioni focalizzate sulle soluzioni online sono venute da aziende come Apple, Google, RIM, e Vanjoki parla di un “mai dire mai” in merito al vantaggio competitivo offerto dalla superiore capacità produttiva del colosso nordeuropeo soprattutto quando c’è da confrontarsi con chi dimostra risolutezza e capacità tecnologiche non indifferenti.
Nokia promette di fare meglio e di più nel breve futuro, ma nel passare dalle parole ai fatti di Maemo si vede a malapena l’ombra. La distro Linux che nei piani del produttore dovrebbe servire da ariete per attaccare frontalmente i suddetti Apple, Google e compagnia, è attualmente commercializzata con un solo modello di smartphone a cui se ne aggiungerà appena un altro l’anno prossimo. Il sistema operativo Symbian fa ancora parte dell’anima Nokia , e Samsung – il secondo produttore al mondo – già scalpita per rubare fette di mercato al concorrente forte delle aspettative di crescita superiori riferite all’anno in corso.
Alfonso Maruccia