Iniziano a mettersi in fila persone davanti agli Apple Store statunitensi, aumenta l’hype e aumentano gli interventi con al centro la nuova creatura Apple: iPad sta arrivando.
Dopo Steve Jobs, Stephen Colbert ai Grammy , la sitcom “Modern Family” (che ha dedicato un’intera puntata al tablet con la Mela), è David Letterman a esaltare la folla maneggiando iPad in anteprima al suo Late Show : lo ha sbattuto sul tavolo, leccato, usato come piattino per la tazza, e tra una cosa e l’altra ne ha mostrato il funzionamento. iPad è stato poi al centro della sua classica top ten . E alcune delle “Dieci domande che bisognerebbe porsi prima di mettersi in fila per iPad” sono spunti di riflessione molto utili in attesa dell’arrivo anche in Italia del tablet di Apple.
Che diavolo è?
Stephen Fry , il poliedrico attore britannico che lo ha ricevuto in anteprima in occasione del suo servizio per il Time , lo ha definito “la cosa più vicina alla Guida galattica per autostoppisti ” descritta nei libri di Douglas Adams e che ha già ispirato Wikipedia. Gli altri che hanno avuto modo di metterci mano in anteprima (finora almeno otto persone hanno scritto le loro impressioni ) esprimono sostanzialmente commenti positivi, sospesi però in ogni caso tra l’esaltazione del design, dell’interfaccia e delle possibilità, e la confusione derivante dal fatto che debba ritagliarsi uno spazio di mercato tutto suo : laptop, netbook, ereader o cos’altro, saranno le applicazioni e le persone a decidere come utilizzarlo.
In ogni caso, e nonostante i grandi assenti (multitasking e Flash su tutti), quello che fa iPad lo farebbe benissimo. Lo stesso Steve Jobs ha parlato di “esperienza di utilizzo profonda”, “magica”, di necessità di averlo tra le mani per capire di che grado di immersione si sta parlando. Insomma “nessuno neanche Jobs – spiega Lev Grossman in un altro servizio del Time – sa di preciso per cosa sarà utilizzato iPad, ma scommetto che sarà il primo vero computer domestico, non più relegato nello studio come il PC o i laptop”. Grossman riprende quindi le parole altisonanti di Jobs e prova a ridimensionarle pur scommettendo sul suo successo: “Non sarà una rivoluzione, ma è un vero cambiamento, uno di quelli che si notano”.
Intanto, ancora in attesa del suo esordio, le vendite di netbook hanno già subito una flessione rispetto al tasso di crescita che era atteso per il periodo tra gennaio e marzo 2010. Così come sembra calata la domanda dei componenti per i netbook stessi.
Mi farà notare da Steve Jobs?
Certamente con iPad Steve Jobs sembra poter acquistare ancor più popolarità (se possibile), ha per esempio guadagnato la copertina del prossimo Time che conterrà il servizio di Stephen Fry: l’attore inglese è andato a visitare i quartieri generali di Apple, a provare in anteprima iPad (che ha scartato documentando il tutto con un video ) e a incontrare con il CEO di Apple. Sul serio, che diavolo è?
Quello che è certo è che spetterà ai contenuti sancire il successo o meno della tavoletta . Nonché il ruolo che potrà ricoprire per quanto riguarda abitudini e modalità di utilizzo.
Intanto continuano a essere confermati i vari contenuti che andranno a riempire il device : annunciata ufficialmente l’applicazione del New York Times , che oltre al numero giornaliero della testata e agli arretrati (fino alla settimana prima e alcuni articoli selezionati partendo dal 1980), presenterà opzioni aggiuntive che sfrutteranno le possibilità multimediali dell’apparecchio. Il servizio, almeno all’inizio, sarà gratuito per le connessioni dagli Stati Uniti, contando sugli introiti pubblicitari. Trenta giorni di prova, invece, per gli utenti non statunitensi con poi possibilità di abbonamento.
Oltre al NYT, confermate , parlando di contenuti editoriali, anche le app del Wall Steet Journal , che si presenta come il quotidiano a colori e che dovrebbe avere un abbonamento da 3,99 dollari a settimana (di più, quindi, dell’edizione cartacea che costa 2,29), di Usa Today , del britannico The Spectator (alcune pagine gratuite, altre disponibili solo con l’abbonamento mensile), del Time (ogni numero allo stesso prezzo di quello cartaceo, ma con maggiori contenuti) e del Financial Times , che per i primi due mesi sarà gratis grazie alla sponsorizzazione del produttore di orologi Hublot.
Già arrivata sugli scaffali digitali l’app di Netflix: permetterà ai suoi utenti di vedere su iPad i film in streaming disponibili con il servizio Watch Instantly (oltre 20mila titoli). E la visione è coordinabile con altri apparecchi: si può, insomma, premere stop su iPad per continuare per esempio sul PC o su una TV collegata al servizio.
E su iPad arrivano anche i filmati della ABC che, a differenza per esempio di CBS che punta solo ad omologare il proprio sito in HTML5, metterà a disposizione una sua app che dovrebbe contenere numerosi programmi (lo stesso contenuto del sito ufficiale), alcuni dei quali saranno disponibili gratuitamente (mentre altri verranno collegati a iTunes per i download a pagamento).
Indiscrezioni vedrebbero anche Hulu alle prese con lo sviluppo di una sua app, attesa entro quest’anno.
È un brutto segno che nessuno sappia spiegare a cosa diavolo serve?
Oltre ai contenuti editoriali e ai filmati, sull’App Store stano in queste ore proliferando le applicazioni dedicate al nuovo device, e la pagina principale è già dominata dalle app per iPad: è possibile dunque esplorare la libreria di applicazioni dedicate alla tavoletta per rendersi conto di quale utilità potrebbe avere.
Vi è, per esempio, l’applicazione di Yahoo! Entertainment , con cui gli utenti possono esplorare i contenuti (programmi televisivi, video e notizie) messi a disposizione sulla piattaforma, personalizzati tramite la funzionalità di geolocalizzazione e l’interfaccia adattata alle possibilità offerte dal multitouch.
Fra le applicazioni di utilità si nota l’ estensione dell’opzione di ricerca del device perduto, messa a disposizione da MobileMe già per iPhone: si chiama “Find My iPad” e permette di tracciare il tablet scomparso. Ma a differenza della versione per il Melafonino, ha bisogno di essere a portata di WiFi per essere rintracciato. Fra i servizi offerti da MobileMe anche un Remote Wipe che permette di cancellare appunti, email e altri dati contenuti sul device perduto. È kosher?
Magari non sarà kosher, ma certamente Apple sta facendo di tutto per rendere fruibili più siti possibile, anche in mancanza di Flash. E continua la sua campagna di supporto a HTML e contro lo standard de facto di Adobe che è accusato di rallentare i device e di essere superato: ultimamente ha pubblicato per esempio una lista (solo esemplificativa) dei siti pronti per iPad grazie a standard supportati dal suo browser Safari, da HTML5 a CSS3 passando per JavaScript. Insomma, siti che si basano sui W3C standard per le tecnologie Web, su cui punta Cupertino.
Dovrei indossare le mie orecchie da Spock?
Certamente un minimo di appeal sui trekkies potrebbe riscuoterlo : basta considerare l’applicazione “Captian’s Log” che permette di utilizzare un’interfaccia come quella mostrata nel telefilm dai membri della Flotta Stellare su apparecchi molto simili a quello con la Mela.
Potrebbero inoltre guardare con molto interesse a iPad anche i fan Marvel, che con con una app dedicata dichiara che metterà a disposizione “centinaia di fumetti” per il nuovo apparecchio.
Non stavo mettendo soldi da parte per una vasca idromassaggio del tempo?
I contenuti, pezzo forte del device, potrebbero pesare eccessivamente sul portafoglio. Soprattutto rispetto al modello cui si era abituati con le app di iPhone. I prezzi, come notato per quanto messo fino a questo punto a disposizione dagli editori, variano molto e ancora non sembra essersi imposta una tendenza generale verso una fascia precisa. E sono superiori a quelli visti per le applicazioni iPhone .
In particolari per i videogiochi: per quanto le capacità tecniche offerte dal tablet sembrano aprire a notevoli possibilità di sviluppo, e i primi titoli in arrivo sembrano molto appetibili (come per esempio Geometry Wars della XBLA), i prezzi si alzano molto rispetto alle versioni per iPhone.
Electronic Arts , per esempio, mette su App Store già alcuni titoli su cui è possibile fare un confronto: Tetris per il Melafonino costa 4,99 dollari, per il tablet 7,99; Scarabeo passa addirittura da 2,99 a 9,99 dollari.
Anche Gameloft sembra aver alzato il tiro: mentre i prodotti per iPhone stanno tra i due e i 5 dollari, gli stessi titoli per iPad vanno da 7 a 10 dollari.
Queste variazioni, probabilmente, sono dovute ai maggiori costi di sviluppo (maggiori sforzi per migliori risultati), meno competizione iniziale rispetto allo smartphone e, soprattutto, il fatto che si tratta di un mercato del tutto nuovo su cui non si sa come bisogna muoversi. Apple può inventare qualcosa che farà la fila al posto mio?
Le file sono di nuovo protagoniste anche per questo prodotto di Cupertino: così come per iPhone la gente a un giorno dall’esordio già si accalca davanti agli Apple Store statunitensi . E ormai occorrerebbe essersi premurati di santa pazienza, o di un preordine, per essere fra i primi ad avere la tavoletta fra le mani.
Come nel caso del Melafonino, primo della coda a New York è sempre Greg Packer, primatista di file forse perché, in qualità di ex dipendente delle autostrade, ha una certa esperienze in fatto di code.
Tanto entusiasmo, in ogni caso, spinge le previsioni di vendita verso cifre vertiginose: si parla di 7,1 milioni di apparecchi solo per il 2010 .
Qualcuno , intanto, attende lo sblocco da parte degli smanettoni, in modo da separare un hardware che ha decisamente il suo appeal da contenuti e piattaforma giudicati troppo ingabbiati. D’altronde le alternative in un mercato appena creato latitano. E forse proprio questo ne assicurerà il successo. Gli unici contendenti al momento sono JooJoo , che ha iniziato le consegne proprio in queste ore, mentre sembra esserci qualche problema all’orizzonte per quanto riguarda Tegra 2 (voci peraltro smentite dal produttore NVIDIA).
Claudio Tamburrino