Roma – Nonostante i vari problemi riscontrati in materia di approvazione delle applicazioni, appare del tutto innegabile che l’introduzione dell’ App Store si sia rivelata per Apple una carta vincente che le ha permesso di costruire il miglior ecosistema hardware/software presente sul mercato. App Store ha portato un cambio netto nel panorama internazionale, alimentando il fiorire di servizi analoghi sviluppati da aziende concorrenti. Tra le ultime a salire sul ring di quella che viene già definita come la battaglia degli store online, anche il colosso finlandese Nokia, che vanterebbe già migliaia di applicazioni pronte alla distribuzione e Vodafone, che punta a realizzare uno store multipiattaforma.
Senza tralasciare gli ormai noti marketplace di Android e Windows Mobile, che hanno ufficialmente aperto le porte agli sviluppatori, suscita molto interesse il progetto di Nokia, un tempo leader indiscusso del settore mobile ma costretto ora a guardarsi le spalle dall’avanzata di concorrenti più abili a carpire e sviluppare le tendenze del settore. Presto l’azienda finlandese debutterà con il suo store ufficiale per le applicazioni, colmando la lacuna data dal possedere un ottimo e variegato parco telefoni senza il necessario corredo di software aggiuntivo.
Lo store online di Nokia, ribattezzato Ovi Store , sarà preinstallato sui dispositivi più recenti, come ad esempio l’atteso N97, mentre per tutti gli altri modelli compatibili verrà messo a disposizione il software da installare sul dispositivo per poter accedere ai contenuti offerti. A differenza dei lanci fatti dagli altri operatori del settore, i cui store contenevano alla data dell’inaugurazione non più di un migliaio di applicazioni già pronte, i numeri di Nokia sono impressionanti: secondo l’azienda al momento del rilascio di Ovi Store saranno disponibili al download oltre 20mila contenuti già pronti, tra cui un discreto numero di prodotti multimediali come mini-serie video.
Il cavallo di battaglia di Nokia sembra essere il tanto osannato modello SoLo, ovvero social localization , che permetterà agli utenti di ottenere contenuti ideati proprio in base alla localizzazione dell’utente. Un passo necessario, almeno secondo Nokia, dal momento che si sta parlando di un brand in grado di penetrare sull’intero mercato mondiale. Così come avviene per tutti gli altri operatori, gli sviluppatori che vorranno contribuire ad ampliare il catalogo di offere di Ovi Store dovranno siglare un’accordo con l’azienda finnica, che non tollererà materiale pornografico o offensivo. Nonostante ciò, gli sviluppatori saranno liberi di fissare l’eventuale prezzo sulle applicazioni prodotte, che stando a quanto dichiarato dall’azienda dovrebbero costituire un perfetto mix tra applicazioni gratuite, applicazioni a pagamento e relative versioni lite.
Altro spunto interessante sembra quello relativo all’introduzione di sistemi di pagamento con addebito sul conto telefonico dell’utente, un metodo necessario secondo Nokia per raggiungere la totalità degli utenti, tra cui risulta essere alto il numero di chi non possiede una carta di credito. Comunque, l’ottimismo di Nokia potrebbe scontrarsi con le titubanze dei provider di connettività mobile, da sempre restii a vedere terze parti interporsi nel rapporto con la propria clientela. Inoltre, c’è da chiedersi quanto gli accordi con i vari provider potranno influire sull’esito di alcune applicazioni, a partire da Skype , la cui versione ufficiale per Symbian OS aveva scatenato non poche polemiche nel Regno Unito.
Nel mentre, Vodafone si candida ad essere il primo operatore mobile ad allestire un vero e proprio app store basato su applicazioni che verranno distribuite entro la fine del 2009 inizialmente in otto paesi, ovvero Germania, Olanda, Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Italia. Anche in questo caso le applicazioni saranno vocate alla geolocalizzazione e, a differenza di tutti gli altri store, nati in seno al produttore dell’hardware, lo store di Vodafone sarà all’insegna della molteplicità delle piattaforme hardware: per questo motivo Vodafone avrebbe già rilasciato una serie di API in grado di permettere ai developer di sviluppare applicazioni per tutto il listino di prodotti inseriti nel suo listino.
In tal modo Vodafone può sfruttare al meglio l’ampiezza della sua clientela, espandendo i nuovi servizi offerti anche tramite i numerosi partner mobile dislocati sul globo. Così come Nokia, anche Vodafone pensa all’introduzione di forme di micro-pagamento che permetteranno agli utenti di addebitare sul conto telefonico o di scalare dal credito residuo delle ricaricabili il costo delle applicazioni. Per il business model, Vodafone introdurrà un sistema di pagamento simile a quello utilizzato da Apple, che intasca il 30 per cento delle vendite e lascia il restante 70 agli sviluppatori.
Vincenzo Gentile