Roma – Dopo un lungo periodo di letargo, protrattosi per circa due anni, il progetto Open Automaton Project (OAP) si è recentemente risvegliato raggiungendo la sua prima pietra miliare: la realizzazione di un prototipo di robot basato sul proprio schema di progetto aperto e privo di royalty.
L’obiettivo dell’OAP è quello di sviluppare un insieme di componenti modulari, sia hardware che software, e uno schema di riferimento che possano servire alla costruzione fai-da-te di robot semoventi adatti alla casa o all’ufficio.
Per minimizzare i costi del robot, e mantenerli fra i 1.500 e i 2.000 dollari, il team di OAP sta cercando di utilizzare, ove possibile, componenti elettronici a basso costo già ampiamente diffusi sul mercato: per il “cervello” hanno ad esempio optato per un PC ai minimi termini, mentre per gli il sistema di visione stereoscopica hanno scelto due webcam FireWire.
La piattaforma software di OAP si basa invece sul sistema operativo Linux, su alcuni software open source già in circolazione e su altri tool di controllo e driver sviluppati in seno al progetto e rilasciati sotto la licenza GPL.
Sebbene all’inizio il progetto fosse stato concepito con l’ambizioso obiettivo di creare da zero un framework di interfacce hardware e software per la connessione dei vari componenti del robot, il team di OAP ha di recente deciso di avvalersi del lavoro già svolto dai progetti RETF e OROCOS , le cui interfacce aperte sono nel frattempo divenute degli standard de facto.
Dafydd Walters, fondatore e leader dell’OAP, ha spiegato che i promotori del progetto sono ora al lavoro per ultimare il layer di astrazione fra l’hardware e il software di controllo, dopodiché il loro primo prototipo di robot “open source” potrà dirsi davvero completo.