Come contrastare il Global Digital Divide fin dall’età scolare se ne è parlato in questi anni sia al “World Summit on the Information Society” ( WSIS ), noto per aver ospitato il famoso intervento di Negroponte sul laptop da 100 dollari, sia nella cosiddetta Challenge to Silicon Valley di Kofi Annan. Tux Paint , il programma di disegno per bambini disponibile per la quasi totalità dei sistemi operativi, fedele allo spirito di questa battaglia, funge da cartina tornasole del successo del FOSS educativo orientato all’infanzia. Di questo abbiamo parlato con l’autore, Bill Kendrick, per saperne di più dell’applicativo e circa gli argomenti correlati come il Google Summer of Code ( GSoC ), OLPC e Asus EeePC .
Punto Informatico: Esisteva una scena di educativi open source mirata alla fascia 3-12 anni quando hai rilasciato la prima versione di Tux Paint? Come si è sviluppata dopo e quanto l’ha influenzata il tuo programma?
Bill Kendrick: C’era qualche educativo e molto più spesso software di intrattenimento per l’infanzia, ricordo persino un sito dedicato alla recensione di applicativi di questo tipo che purtroppo ha chiuso i battenti alcuni anni orsono chiamato Linux for Kids . Prima di “Tux Paint” ho scritto il codice iniziale di “Tux, of MathCommand” (TuxMath) per il progetto Tux4Kids . Sam Hart, il fondatore di tale progetto, è anche responsabile della creazione di “Tux Typing”. Non posso misurare quanto Tux Paint abbia influito su questo ambiente ma trovo naturale che istruzione e open source vadano a braccetto.
PI: TP sembra sposare la filosofia dell’accessibilità totale, quali soluzioni sono state adottate per facilitarne l’utilizzo a minori con handicap?
BK: Tux Paint offre svariate opzioni per semplificarne l’interfaccia, purtroppo manca di molte altre tipiche migliorie per la “fruibilità” come lettura dello schermo, zooming o tastiera virtuale, sono caratteristiche che ovviamente vorrei aggiungere in futuro, d’altro canto è un programma così semplice da usare. Lasciatemi però citare il lavoro della Tobii , un’azienda con una soluzione combinata hardware e software di eye-tracking che ha scritto un’API apposita per Tux Paint. Non l’ho ancora implementata perché disponibile al momento solo per Windows ponendomi così problemi di portabilità, ma intendo fare tesoro delle loro indicazioni e farò il possibile per renderla una modalità opzionale che si possa abilitare se necessario.
PI: Quali indicazioni ti sentiresti di fornire a chi volesse sviluppare un progetto analogo? Quali errori non ripeteresti?
BK: Suggerirei di mantenere le cose semplici e modulari. Mai partire dal presupposto di poter mettere la parola fine allo sviluppo in poche settimane come ho fatto io! Tux Paint ha ormai sei anni e c’è ancora una mole impressionante di miglioramenti da apportare.
E poi di tenere a mente il supporto multipiattaforma, anche per quelle vetuste quali Windows95 o le revisioni più datate di RedHat e Fedora. Non tutti dispongono dell’hardware o OS più recenti e questo è ancora più vero se si tratta di scuole.
PI: È più difficile il design di una UI semplice rispetto ad una complessa?
BK: Non posso dire di aver disegnato molte interfacce “complesse”, la UI (pulsanti, pop-ups ecc.) è tutta frutto di sviluppo interno. Non siamo ricorsi ad alcun sistema di widget come Qt, GTK+ ed altri, pertanto dovevo mantenerla semplice.
PI: TP viene sostenuto dalla GSoC, si trova preinstallato nell’Eee PC, ne è stata creata una versione apposita per l’OLPC XO-1 e accompagna molte distribuzioni Linux; qualcuno ne cura le relazioni esterne o sono state queste stesse aziende ed organizzazioni a chiederti di collaborare?
BK: Non ho ricevuto richieste formali per la sua inclusione nell’Eee PC, ne sono venuto a conoscenza da altre fonti (in effetti mi erano arrivate numerose email di gente che mi segnalava recensioni dell’Eee con foto di TP in azione). Sono orgoglioso che l’abbiano giudicato all’altezza di essere incluso!
PI: Come funziona al suo interno la comunità legata a TP?
BK: La comunità di Tux Paint è abbastanza slegata e disorganizzata, se devo essere onesto. Mi rendo conto che si sta facendo del volontariato ed il meglio che possa fare è chiedere se possono aiutarmi ad implementare o correggere peculiarità del programma, compilare e testare i port ad altri sistemi, aggiornare le localizzazioni ecc. Per fortuna la maggior parte degli utenti comprende quanto questo sia un lavoro di passione e raramente ricevo lamentele sulla qualità finale.
PI: Ora che sono disponibili sul mercato subnotebook a basso costo con Linux preinstallato, cosa potrebbe ostacolare l’accesso all’istruzione digitale nei paesi in via di sviluppo?
BK: Il fatto che ci siano hardware e software è una cosa, ma credo che a questo punto probabilmente il collo di bottiglia verrà costituito dal processo di distribuzione e manutenzione dell’hardware in questione e dalla necessità di fornire adeguata preparazione agli insegnanti su come funzionino.
PI: Nella GSoC sei l’amministratore del progetto Tux4Kids che include pure TuxMath e Tux Typing: qual è il valore aggiunto di questa iniziativa di Google?
BK: Il bello della Summer of Code è avere a disposizione un team davvero motivato che ci lavora a tempo pieno per alcuni mesi. Nessuno degli sviluppatori principali potrebbe dedicargli così tanto tempo in quanto abbiamo tutti un lavoro e delle famiglie. Invece per questi studenti lavorare al progetto GSoC è IL lavoro.
PI: Un’ultima domanda: quale futuro prevedi per la scena educativa FOSS negli anni a venire?
BK: La vedo espandere e maturare. 6 o 8 anni fa, durante i miei interventi sul software istruttivo agli eventi organizzati dagli user group Linux riuscivo a citarli tutti a memoria, ora c’è così tanta attività in questo campo da non potere più farne un elenco esaustivo. La popolarità raggiunta dal movimento open source su Windows e Mac, assieme ai nuovi portatili basati su Linux orientati all’istruzione, di sicuro fa ben sperare.
a cura di Fabrizio Bartoloni