TV a risparmio energetico, una grande menzogna?

TV a risparmio energetico, una grande menzogna?

Poter risparmiare corrente, e quindi denaro sonante in bolletta. È la promessa che le televisioni di nuova generazione fanno agli acquirenti. Ma vale la pena fare attenzione alle scritte in piccolo
Poter risparmiare corrente, e quindi denaro sonante in bolletta. È la promessa che le televisioni di nuova generazione fanno agli acquirenti. Ma vale la pena fare attenzione alle scritte in piccolo

Sembra proprio allettante. Il nuovo televisore, fatti tutti i conti, non si rivela poi eccessivamente costoso poiché, in effetti, consente di risparmiare molta corrente rispetto al vecchio apparecchio e di tutto questo ne può beneficiare anche l’ambiente. Vale quindi la pena approfittare subito delle super offerte? No. È preferibile verificare accuratamente, poiché anche un nuovo dispositivo di classe energetica efficiente “divora” senz’altro lo stesso quantitativo di corrente, o addirittura di più, del modello precedente.

Rivenditori e produttori pubblicizzano consumi energetici minimi per i loro elettrodomestici , riportando però solo su piccolissime etichette sull’imballo l’esatto consumo e i costi annui. Queste indicazioni si presentano poco compatibili con la realtà, visto che i valori sono stati rilevati in laboratorio in condizioni d’utilizzo ideali. A fini pubblicitari vengono invece evidenziate, con caratteri grandi, le classi di efficienza energetica , come prescritto dalla legge . Si tratta delle lettere dalla A alla G, di colore verde, giallo e rosso: ai dispositivi estremamente parsimoniosi nei consumi possono essere assegnate le lettere A+, A++ o addirittura A+++ .

etichetta classe energetica

Cosa riporta l’etichetta per la classe energetica?

1. Produttore e modello del dispositivo
2. Classe di efficienza energetica
3. Interruttore di accensione per azzerare il consumo
4. Potenza assorbita: consumo assoluto in Watt
5. Consumo annuo in chilowattora per un utilizzo giornaliero di 4 ore. Un chilowattora costa circa 30 centesimi
6. Dimensioni schermo (diagonale) in centimetri e in pollici
7. Normativa EU e anno di uscita del prodotto

Chi ritiene che un televisore con etichetta A richieda sempre un consumo inferiore rispetto a un modello della concorrenza di classe B si sbaglia in pieno. L’indicazione riveste un’importanza relativa, poiché per la classe energetica, oltre al consumo, si rivelano determinanti anche le dimensioni dello schermo. Un televisore da 60 pollici (152 centimetri) che consuma ben 140 Watt, potrebbe ancora rientrare nella classe A, mentre a un modello da 32 pollici (80 centimetri), con lo stesso consumo energetico, si assegna la classe G. Per godere di una classe energetica A, utile anche dal punto di vista promozionale, un televisore non dovrebbe consumare più di 40 Watt . Tutto è comunque relativo e il consumo reale, rilevato in laboratorio, viene scritto in basso sull’imballo con caratteri piccoli.


La maggior parte dei televisori è ormai di classe energetica A o A+. Il consumo e quindi i costi medi annui, considerando un utilizzo giornaliero di quattro ore, sono dunque differenziati. Nella foto i dieci televisori più popolari

Se il nuovo televisore deve effettivamente consumare meno corrente del modello vecchio, non dovrà essere di dimensioni esagerate. Esempio: il Samsung UE32C6700, con una diagonale di schermo di 80 centimetri, venduto sei anni fa, consumava circa 70 Watt, corrispondenti alla classe di efficienza energetica C. Chi oggi non prende più in considerazione un televisore come quello di Samsung, ma acquista un 50 pollici Sony KDL-50W807C o un Philips 50PUK6400, non godrà di alcun risparmio sul costo energetico. A entrambi i nuovi modelli viene assegnata la classe energetica A, anche se consumano circa 70 Watt. Il motivo deriva dal fatto che la loro diagonale di schermo di 127 centimetri, è molto più grande rispetto allo schermo di un vecchio dispositivo e, di conseguenza, richiedono un consumo maggiore.

Tutto dipende dalle dimensioni del televisore. Un modello consigliabile a coloro che vogliono risparmiare sui costi energetici può essere il Philips 40PFK6510 che si accontenta di 39 Watt, ma il suo schermo da 102 centimetri è ritenuto troppo piccolo da numerosi clienti. Modelli più grandi sono sempre più richiesti e negli ultimi anni la diagonale media dello schermo è cresciuta rapidamente. Regola approssimativa generale per i parsimoniosi del consumo energetico: se il televisore non è più vecchio di sei o sette anni, il modello nuovo potrà essere una o due volte più grande, purché i costi energetici rimangano almeno uguali . Chi possedeva un 32 pollici potrà orientarsi al massimo su un 46 pollici, mentre un 42 potrà essere sostituito tutt’al più con un 55. Volendo invece passare a un modello con schermo da 165 centimetri, pari a un 65 pollici, l’aumento dei costi energetici è inevitabile. Questi televisori giganti, pur offrendo una classe energetica A+, consumano oltre 120 Watt, cioè più di un modello da 42 pollici vecchio di sei, sette anni.


L’etichetta EU rappresenta solo una parte della verità, poiché il consumo energetico dei televisori dipende anche dalle dimensioni

Chi volesse sostituire un televisore di vecchia generazione potrà decidere se sborsare una cifra sostanziosa per godere di immagini di ampia dimensione oppure risparmiare sul consumo energetico. La prima generazione di televisori al plasma Full HD si rese popolare per una qualità d’immagine quasi priva di concorrenza, ma i dispositivi erano divoratori insaziabili di corrente. I televisori da 42 pollici consumavano ben 400 Watt. Rispetto agli attuali modelli, anche i voluminosi televisori LCD dell’era pre-LED non erano parsimoniosi nel consumo energetico. Già un 32 pollici richiedeva 100 Watt, ma i modelli da 37 pollici, vecchi di dieci anni, ne divorano circa 160. Chi sostituirà questi modelli d’epoca con un 55 pollici attuale potrà risparmiare in maniera sostanziosa sul consumo di corrente.

In un anno, la differenza di costo energetico tra una “centrifuga” da 400 Watt e un televisore attuale da 55 pollici di classe A utilizzato giornalmente per quattro ore è di 400 chilowattora, corrispondenti a quasi 130 euro. Anche nel peggiore dei casi un nuovo acquisto si rivela conveniente, grazie a un costo energetico ridotto per l’intera durata di vita del nuovo televisore. La sostituzione di un dispositivo ancora funzionante con uno nuovo, solo a causa di un elevato consumo energetico, si rivela antieconomica nella maggior parte dei casi, ma l’investimento risulta quasi redditizio sulle bollette della corrente, che risultano meno dispendiose.

I trucchi dei produttori
Cosa nascondono produttori e rivenditori nella pubblicità delle classi di efficienza energetica, visto che si basano su misurazioni conformi a standard regolamentati in modo severo e su minuziose prove di laboratorio? Il consumo potrà, in pratica, rilevarsi notevolmente più elevato. Tutto questo ricorda le indicazioni sul consumo di carburante riportate sui dépliant delle automobili . Le indicazioni rilevate dal produttore per condizioni di uso normale potranno essere rispettate quotidianamente solo spingendo lievemente sull’acceleratore, non utilizzando l’impianto di aria condizionata, i fari e con vento a favore. Anche con i televisori avviene la stessa cosa, poiché l’indicazione del consumo energetico si basa sulle impostazioni di fabbrica per un utilizzo privato, con una qualità d’immagine non particolarmente luminosa. Per l’esposizione dei televisori presso i rivenditori, si ricorre alla cosiddetta “modalità Shop”, dove sui televisori brillano immagini di intensa luminosità. Per la classificazione energetica l’aumentato consumo che ne deriva è irrilevante.

Affinché i produttori non esagerino con un’immagine troppo tenue la luminosità delle impostazioni di fabbrica deve offrire almeno il 65 percento della luminosità massima. I produttori sfruttano anche un’ulteriore libertà di manovra. Samsung, ad esempio, ha attivato come impostazione di fabbrica un’incomprensibile “luminosità legata al movimento delle immagini” che provvede a fare apparire le immagini statiche luminosissime, ma col passare del tempo le immagini in movimento tendono a diventare visibilmente più scure. Se l’utente imposta la corretta “modalità film” per ottenere una qualità d’immagine ottimale, si disattiverà automaticamente questo strano oscuramento che non sarà più possibile riattivare. In modalità film il consumo energetico tende però a crescere velocemente di circa il 30 percento rispetto alle impostazioni di fabbrica. Altri produttori attivano nelle impostazioni predefinite una “modalità Eco” con un sensore che regola la luminosità dell’immagine indipendentemente dalla luce ambiente. Nella valutazione del consumo energetico tutto questo comporta una diminuzione globale di 5 Watt. Quasi tutti i dispositivi TV mostrano la loro qualità d’immagine ottimale solo in modalità Film o Cinema. L’esperienza insegna che, in queste condizioni, i consumi energetici aumentano di circa il 30 percento oltre i valori normali . L’unica consolazione è che, numericamente parlando, le differenze appaiono meno preoccupanti. Calcolando su un anno che un televisore da 55 pollici consumi 85 o 110 Watt, tutto questo comporta (più o meno) un aumento del costo di soli 10 euro.

Per mostrare come la luminosità impatti sui consumi energetici nell’uso pratico abbiamo eseguito un test. Basta infatti un semplice clic nel menu per fare aumentare rapidamente il consumo energetico, dato che le indicazioni del produttore relative al consumo si basano sulle impostazioni di fabbrica. Variando la modalità di riproduzione dell’immagine si modifica anche il consumo energetico.

Samsung modalità Standard, consumo 59 Watt

Modalità riproduzione immagine: STANDARD
Il televisore Samsung utilizzato per il test presenta l’etichetta per classe energetica A e per il suo grande schermo da 121 centimetri (48 pollici) richiede un consumo di 59 Watt . La modalità standard offre un’immagine un po’ scura con colori non naturali.

Samsung modalità Standard, consumo 59 Watt

Modalità riproduzione immagine: FILM
La modalità film convince per una riproduzione cromatica molto naturale e una luminosità adeguata. Sebbene l’immagine non offra colori violenti, il consumo energetico del televisore Samsung sale a 82 Watt , corrispondenti a una classe energetica B.

Samsung modalità Standard, consumo 59 Watt

Modalità riproduzione immagine: NATURALE
Il nome è fuorviante poiché con questa modalità le immagini sul televisore appaiono fredde e stridenti, anziché naturali. L’elevata luminosità comporta un aumento del consumo energetico a 83 Watt .

Samsung modalità Standard, consumo 59 Watt

Modalità riproduzione immagine: DINAMICA
In modalità dinamica il Samsung offre luminosità e colori di prim’ordine, ma il consumo energetico aumenta di conseguenza a 86 Watt . L’immagine dai colori molto intensi potrà essere ammirata al meglio sotto la luce diretta del sole.

Gli altri prodotti quanto consumano?
I dispositivi funzionanti in modo continuativo, in particolare il frigorifero, influiscono pesantemente sulla bolletta della corrente. Anche per questi prodotti esistono classi di efficienza energetica, ma la situazione appare meno chiara rispetto ai televisori. Per l’etichetta della classe energetica dei frigoriferi non si rivela determinante solo il consumo assoluto, ma anche le dimensioni e la categoria del dispositivo. Per ottenere l’etichetta A+ un modello combinato (frigorifero/congelatore) potrà richiedere un consumo superiore a quello di un frigorifero di pari volume. Se i nuovi modelli giganteschi A+++ con doppia porta e tritaghiaccio richiedono però un consumo più o meno identico a quello di un combo vecchio di 20 anni, l’acquirente potrà leggerlo solo sulle minuscole iscrizioni. Rispetto ai televisori ne deriva quindi che il consumo dipende principalmente dall’utilizzo. All’utente single, che esclusivamente di sera preleva dal frigorifero solo una birra e una pizza surgelata, l’elettrodomestico richiederà un consumo di corrente decisamente inferiore rispetto a quello di una famiglia che conserva al suo interno una scorta di prodotti alimentari.


I costi energetici dei dispositivi tecnologici

Per la maggior parte dei dispositivi elettronici non esiste però alcuna etichetta per la classe energetica. Motivo: i consumi sono generalmente così bassi da non richiedere l’adozione di particolari misure per il consumo di corrente. Vale comunque la pena tenere sotto controllo anche i piccoli dispositivi, permanentemente in funzione, come i vecchi sintoamplificatori con hard disk che in standby consumano persino più di 10 Watt. Giornalmente può maturare una spesa più elevata per il consumo di corrente, rispetto a un televisore da 40 pollici di classe A+ utilizzato solo per quattro ore al giorno. In caso di dubbio, sarà utile eseguire verifiche e misurazioni utilizzando un apparecchio per la rilevazione dei costi energetici, reperibile nei negozi di elettrodomestici. In linea generale, però, ricordiamo che i modelli economici tendono a segnalare valori errati relativamente al numero dei Watt (in particolare per bassissimi consumi in standby).


Il contatore con presa Voltcraft Energy Check 3000, acquistabile su Amazon a circa 65 euro, si dimostra preciso e affidabile per misurazioni “fai da te”

Provvedete a spegnere il dispositivo da misurare ed estraete la spina dalla presa. Inserite il misuratore e selezionate la modalità che indicherà il consumo energetico (potenza assorbita) in Watt. La modalità per la segnalazione dei chilowattora si rivela idonea solo per misurazioni effettuate su un lungo periodo. Attendete un attimo, finché sia leggibile un valore stabile. Attenzione: i dati del produttore, ottenuti con altre condizioni di misurazione, possono differire sensibilmente dal valore rilevato “in casa”. Per verificare le indicazioni del produttore, il televisore deve essere configurato con le impostazioni di fabbrica e riprodurre una sequenza video predefinita.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
22 ago 2016
Link copiato negli appunti