Roma – La televisione digitale terrestre di cui si parla da tempo è per l’Italia una realtà in rapido avvicinamento. Questo almeno è quello in cui sostiene di credere il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri che ieri a Napoli si è prodigato nello spiegare i vantaggi che questo media dovrebbe portare con sé.
“La digitalizzazione – ha spiegato Gasparri, intervenuto ad un convegno dell’Autorità TLC – è un fatto di modernità che consentirà al nostro paese di adeguarsi ai nuovi standard”. Per farci che? “La televisione digitale terrestre – ha affermato il Ministro – consentirà di offrire servizi di telemedicina, di accesso all’e-government, di acquisti a distanza”.
La visione governativa, dunque, sembrerebbe quella di una piattaforma che in modo diverso ma in qualche modo integrato al broad band di origine internettiana, vada oltre l’intrattenimento passivo della tv tradizionale per proporsi invece come accesso a servizi digitali per il cittadino, con opportunità per le imprese e la pubblica amministrazione.
Secondo Gasparri “grazie agli incentivi previsti in Finanziaria, entro il 2004 in Italia ci saranno un milione di decoder . Un segno di quanto l’Italia sia all’avanguardia nel campo del digitale”. Una prospettiva – maligna qualcuno – decisamente ottimistica che si deve, però, al fatto che la legge Finanziaria prevede fondi per lo sviluppo del digitale suddivisi in due grandi “tronconi”, quelli per il broad band e, appunto, quelli per la tv digitale.
Gasparri ha sottolineato come alcuni paesi europei siano ancora indietro rispetto al ruolino di marcia sulle cosiddette infrastrutture immateriali . Un “vantaggio competitivo” per l’Italia che secondo il presidente dell’Authority, Enzo Cheli, intervenuto al convegno, ora “va mantenuto”.
Come? Secondo Cheli, che pure non è entusiasta del decreto legge Gasparri in discussione in Parlamento, l’Italia deve “continuare a giocare in anticipo”. Il presidente dell’Autorità TLC si è anche soffermato ad affermare i vantaggi del digitale e nel sottolineare quelli che ha con estrema precisione definito rischi . Rischi che richiedono norme internazionali ma anche interventi regolamentari nei singoli paesi, per far sì che le dinamiche di mercato non travolgano i diritti degli utenti e dei consumatori. Cosa che, evidentemente, non è ancora avvenuta.