È giunta a conclusione la controversia legale che vedeva coinvolti il fotogiornalista Daniel Morel e Agence France-Press (AFP) in merito all’uso da parte di quest’ultima di alcune foto scattate da Morel e caricate su Twitter e TwitPic. Secondo il fotografo l’agenzia di stampa francese, oltre ad aver utilizzato in maniera scorretta le immagini da lui scattate in occasione del sisma di Haiti, si sarebbe impossessata delle stesse allo scopo di rivenderle attraverso Getty Images .
Ora, una corte distrettuale di New York ha reputato infondati gli argomenti addotti da AFP circa il riuso delle fotografie. I giudici, inoltre, hanno rigettato il tentativo di AFP di rifiutare la controquerela di Morel e hanno negato la richiesta dell’agenzia di notizie di ottenere un giudizio sommario.
Una delle questioni rilevanti del caso riguardava l’interpretazione da parte di AFP di un capitolo del Digital Millenium Copyright Act intitolato “Informazione sulla gestione del copyright” (CMI): ci si chiedeva se l’agenzia avesse o meno abusato di tale sezione del testo sul copyright non segnalando lo spazio TwitPic di Morel. La Corte ha riscontrato la violazione da parte di AFP della section 1202 , dichiarando che le informazioni presenti sulla pagina TwitPic sono sufficienti a coprire il CMI.
La difesa di AFP poggiava le sue basi sulle condizioni d’uso di Twitter, grazie a cui, secondo gli avvocati difensori, l’agenzia di stampa non avrebbe dovuto pagare per il riuso delle fotografie. Il giudice William Pauley, invece, ha rigettato tale linea interpretativa, affermando che “la condizione secondo la quale Twitter incoraggia e permette il riuso dei contenuti non conferisce chiaramente agli altri utenti il diritto di riutilizzare contenuti postati coperti da copyright”.
Secondo Eric Goldman, docente di diritto presso l’Università di Santa Clara, AFP avrebbe commesso più di qualche errore nel diffondere foto protette da copyright ai maggiori operatori d’informazione. Per questo motivo, continua Goldman, sarebbe auspicabile una seria assunzione di responsabilità da parte dell’organo d’informazione francese affinché il polverone e la confusione si diradino al più presto.
Cristina Sciannamblo