Suscita forse più emozione del dovuto la notizia dell’accesso non autorizzato effettuato da sconosciuti negli account Twitter di alcune celebrità. Una volta ripristinato il sistema, la vera vittima pare essere l’affidabilità del sistema, troppo spesso invaso da messaggi spammatori. Non finisce qui: di sicuro i vertici del portale di microblogging andranno a fondo, sia per ricostruire l’accaduto e trovare i responsabili, sia per mettere in sicurezza il sistema.
A bocce ferme gli account crackati su Twitter sono risultati 33, tra cui quello del presidente eletto Barack Obama e della rehab star Britney Spears o, ancora, il commentatore della CNN Rick Sanchez. Per entrare negli account, i cracker hanno utilizzato una falla negli strumenti di supporto per il recupero di dati come username e password.
Una volta all’interno dei vari account, i responsabili si sono divertiti a postare tweet offensivi o ridicolizzanti : dopo mesi di assenza, Obama sarebbe tornato su Twitter per promuovere un sito che, in cambio di alcune risposte per un sondaggio, garantisce un buono benzina da 500 dollari. Più eclettica il fake di Britney Spears, che ha deciso di comunicare via Twitter di avere una vagina dalle dimensioni stratosferiche, perdipiù dotata di denti aguzzi e taglienti come rasoi.
Consumatasi la vicenda è tempo delle rivendicazioni: sino ad ora nessuno si è fatto avanti, ma stando ai rumor circolati in rete nelle ultime ore il cracker farebbe parte – condizionale d’obbligo – della crew di Digital Gangsters .
Un 2009 iniziato nel peggiore dei modi, quello di Twitter: la notizia del crack segue di poche ore quella dello scam che ha interessato molti utenti. Di sicuro quanto accaduto non rappresenta una novità, ma l’ennesima faccia del cosiddetto “furto di identità”, che con l’esplosione del social networking e della comunicazione web, Twitter compresa, rientra sempre più spesso nelle mire di malintenzionati. Più successo ha un servizio, soprattutto così utilizzato come Twitter, più appeal esercita su chi intende abusare dell’utenza.
Vincenzo Gentile