Uno si fa chiamare “Chaewon”, ha 19 anni e risiede nel Regno Unito. Il secondo si fa chiamare “Rolex”, ha 22 anni ed è di Orlando in Florida. Il terzo è minorenne (anch’egli della Florida secondo quanto trapelato) ed in quanto tale il suo nome non è stato divulgato. I tre sarebbero i responsabili dell’attacco a Twitter che, nei giorni scorsi, ha fatto comparire una serie di messaggi finalizzati alla raccolta di criptovalute da parte di chi ha creduto ai messaggi (in quanto veicolati tramite gli account di personaggi famosi, con altissimo numero di follower).
Arrestati i cracker di Twitter
Mason Sheppard, Nima Fazeli e il terzo complice sono ora agli arresti. David L. Anderson, responsabile dell’indagine, ha voluto immediatamente sottolineare quanto la vicenda dimostri che non ci si può nascondere dietro l’anonimato e che i cracker saranno sempre perseguiti: il caso, noto per l’eclatante forma in cui si è svelato, diventa dunque un manifesto per le forze dell’ordine, che ne sfruttano ora l’eco per rivendicare il proprio ruolo e la capacità della Criminal Division del Dipartimento di Giustizia di giungere ai responsabili.
Oltre 100 account violati hanno scatenato indagini immediate che nel giro di breve hanno portato ad individuare i tre ragazzi. L’Agente Speciale dell’FBI John F. Bennett sottolinea proprio questo aspetto: sebbene in certi casi ci vogliano anni ad arrivare ai diretti responsabili, in questa vicenda la reazione immediata ha portato a raccogliere risultati concreti in poche settimane.
L’identità dei tre dimostra come non si fosse trattato di un attacco particolarmente sofisticato o dalle finalità particolarmente pericolose: una bravata di alto profilo, che verrà pagata a caro prezzo poiché presto trasformatasi in vera e propria truffa dai contorni per certi versi clamorosi. Sarebbero 400 gli utenti truffati e la somma raccolta si aggirerebbe attorno ai 100 mila dollari. I costi legali saranno ben più alti e difficilmente sarà usata clemenza nei confronti due tre protagonisti di questo misfatto. I documenti dell’accusa parlano chiaro fin da subito: il rischio è di 5 anni di detenzione, 250 mila dollari di sanzione e altre pene accessorie.