Elon Musk è ufficialmente il nuovo proprietario di Twitter e presto diventerà il CEO ad interim, dopo aver accompagnato alla porta l’attuale CEO Parag Agrawal e altri tre dirigenti. Il prossimo passo è rappresentato dal delisting: Twitter lascerà il New York Stock Exchange (NYSE) e diventerà un’azienda privata dall’8 novembre.
Twitter: cosa succederà adesso?
La richiesta è stata inviata oggi alla SEC (Securities and Exchange Commission) degli Stati Uniti. Nel documento è scritto chiaramente che il New York Stock Exchange rimuoverà il titolo azionario di Twitter all’apertura delle contrattazioni del prossimo 8 novembre.
Gli azionisti riceveranno 54,20 dollari per azione, come previsto dall’accordo sottoscritto tra Elon Musk e l’azienda californiana. Il completamento dell’acquisizione ha comportato la fusione tra Twitter e X Holdings II, sussidiaria di X Holdings I, interamente posseduta da Elon Musk. L’attuale consiglio di amministratore verrà sciolto e verranno nominati altri membri, tra cui i rappresentanti degli investitori che hanno finanziato l’acquisizione.
Il passaggio da azienda pubblica a privata comporterà una serie di vantaggi. Innanzitutto Twitter non dovrà più pubblicare i risultati finanziari trimestrali. Inoltre sarà meno soggetta al controllo delle autorità (ma non a quello della Commissione europea) e Musk potrà decidere autonomamente le modifiche da apportare al social network, senza fornire giustificazioni agli investitori pubblici.
L’unico “problema” del nuovo Chief Twit sarà quello di rendere l’azienda profittevole. Le banche hanno prestato a Musk circa 13 miliardi di dollari, quindi vogliono un ritorno dell’investimento in tempi brevi. Tra l’altro, il costo di rimborso dei prestiti potrebbe arrivare a un miliardo di dollari all’anno.