Ha destato scalpore la sparizione dai trending topic su Twitter del tag #flotilla , usato per aggregare i tweet che commentavano l’episodio della nave di attivisti diretta a Gaza e abbordata con esito tragico dalla marina militare israeliana.
Per molti si era trattato di un episodio di censura ma successivamente i portavoce del servizio hanno segnalato un problema di carattere tecnico dovuto probabilmente al filtro anti-spam.
Subito dopo la scomparsa di #flotilla sono sorti altri hashtag denominati rispettivamente freedomflotilla e gaza flotilla la cui popolarità non è stata intaccata dai filtri anti-spam, a dimostrazione del fatto che si sia trattato di un problema tecnico piuttosto che di una improbabile mano censoria di Twitter, che un anno fa in Iran aveva dato prova della sua efficacia anche come strumento di denuncia.
Dal canto loro i responsabili del servizio di nano-blogging hanno tenuto a precisare che lo strumento da loro curato “facilita lo scambio di informazioni e opinioni in tutto il mondo: quando si verificano malfunzionamenti del genere – è stato chiarito – interveniamo con estrema serietà”.
Giorgio Pontico