Social network: c’è spazio per tutti? Sembrerebbe di no, a giudicare dall’andamento negativo degli affari per uno dei nomi più in vista, Twitter. L’azienda, secondo quanto riferiscono i quotidiani economici Milano Finanza e Il Sole24Ore , chiuderà la filiale italiana, con sede a Milano, a causa della crisi che investe i conti.
Sedici dipendenti, più il country manager Salvatore Ippolito, perderanno quindi il posto. Della vertenza si stanno già occupando i sindacati e la Regione Lombardia, nel tentativo di trovare una soluzione alternativa alla disoccupazione. La sede milanese era stata inaugurata soltanto nel 2014.
Che Twitter non navighi in acque tranquille è evidenziato dall’andamento del titolo a Wall Street, che dal dicembre 2015 a oggi è passato da 26 a 18 dollari per azione. Colpa della concorrenza, sempre più insidiosa, di altri social network che si basano su servizi avanzati di immagini e video, come Snapchat e Instagram, oltre che di Facebook. Tanto che la stessa Twitter ha dovuto chiudere il proprio, Vine.
Quanto alla possibilità che la società venga acquisita, al momento non si profilano all’orizzonte reali compratori, dopo che Disney, Google e Salesforce, che avevano mostrato interesse, sembrerebbero essersi defilati.
Non è solo la sede italiana a fare le spese dei cattivi affari della società. L’Italia, infatti, rientra nel piano di tagli voluto dal chief executive officer Jack Dorsey: 350 dipendenti, il 9 per cento della forza lavoro globale.
Altro segnale negativo per Twitter è l’ uscita di Adam Bain, chief operating officer che da gennaio ricopriva anche la carica di vicepresidente. Verrà sostituito dal chief financial officer, Anthony Noto.
Pierluigi Sandonnini