Il modello di business per Twitter è ancora un importante nodo da sciogliere, ma gli ultimi dati calcolati sui tweet promozionali permettono di guardare alla questione con ottimismo. E accanto ad essi il tecnofringuello si prepara a presentare gli account sponsorizzati.
I tweet promozionali hanno esordito dall’ ultima conferenza CHIRP, e permettono di acquistare una posizione privilegiata tra i risultati delle ricerche effettuate: secondo uno studio del Wall Street Journal gli inserzionisti starebbero spendendo fino a 100mila dollari per questo strumento di advertising.
Ottime cifre, soprattutto se se considera che il servizio, ancora in fase di test, è per il momento aperto solo ad alcuni partner e che anche le statistiche inerenti sembrano confortanti: il 5 per cento di coloro che si trovano a leggere un tweet promozionale interagiscono (per esempio cliccando o rispondendo) con esso, e l’80 per cento degli inserzionisti sono sufficientemente soddisfatti da considerare l’ipotesi di continuare ad usare questo canale di comunicazione.
Tutti numeri che con il trend di crescita degli utenza di Twitter sembrano destinati ad apprezzarsi ancor di più: circa 375mila nuovi utenti si iscrivono ogni giorno al servizio di microblogging . E da gennaio i tweet pubblicati ogni giorno sono triplicati fino a toccare quota 90 milioni.
Fra gli interessati ad aver avuto i riscontri maggiormente positivi Coca Cola, Virgin America (che collega i tweet promozionali al quinto miglior risultato giornaliero di vendite di sempre) e il negozio online Zecco. Invece, fra le grandi marche indecise se prolungare la collaborazione con Twitter dopo il periodo di prova (in parte offerto gratuitamente) ci sono Pepsi e Best Buy.
Le grandi marche dovrebbero in ogni caso essere la base di partenza per questo primo progetto di monetizzazione di Twitter: ancora non chiarito se un servizio automatizzato del genere sarà offerto anche alle piccole e medie imprese.
Accanto a questo, tra l’altro, Twitter starebbe per annunciare gli “account promozionali”, la possibilità (in parte già anticipata a luglio) per le aziende, cioè, di acquistare lo spazio “Who to follow” per incrementare i propri follower. Usando i medesimi algoritmi per calcolare le affinità per le proposte da fare.
Claudio Tamburrino