Twitter claudicante, con spot integrati

Twitter claudicante, con spot integrati

Il responsabile della piattaforma tecnica se ne va. E nel frattempo si discute di una nuova versione giapponese con pubblicità integrata e dei continui disservizi dello strumento di conversazione
Il responsabile della piattaforma tecnica se ne va. E nel frattempo si discute di una nuova versione giapponese con pubblicità integrata e dei continui disservizi dello strumento di conversazione

Blaine Cook, chief architect della piattaforma di Twitter, se ne va. Ufficialmente un divorzio consensuale, motivato da Cook stesso con il desiderio di trasferirsi nel Regno Unito per consentire alla propria metà di lavorare. Ufficiosamente una mossa che in molti si aspettavano. Negli ultimi giorni sono ricominciati i disservizi del sistema di nano-chiacchiera online, suscitando molte reazioni anche da parte di commentatori autorevoli.

Una schermata di Twitter nella versione localizzata in giapponese Techcrunch si domanda , con poco fair play, se davvero “per Twitter è ormai passato il tempo degli amatori”. Per molti, una grossa fetta dei problemi di Twitter sarebbe legata alla scarsa capacità mostrata da Cook nello scaling dei servizi per fare fronte al traffico in costante crescita, e dunque la sua partenza verrebbe salutata come un’occasione propizia per risolvere la questione una volta per tutte. Sono in molti a domandarsi se proprio questa apparente fragilità del sistema non possa costituire il tallone di Achille che condanni il servizio ad una dipartita prematura.

Se lo chiede Robert Scoble , che sottolinea come anche Dave Winer abbia optato per FriendFeed come strumento preferito di conversazione sociale quando Twitter è giù, e come questi continui disservizi stiano in effetti producendo la crescita del sistema concorrente, a scapito dei cinguettii. “FriendFeed ha avuto una crescita notevole lo scorso mese, più rapida di quella che ho visto su Twitter” sentenzia Scoble.

Secondo il famoso blogger, la ragione è semplice: “Il servizio non è ancora andato giù da quando lo utilizzo. È stato realizzato sin dall’inizio per adattarsi alla crescita, e dopo aver conosciuto il team di sviluppo ho capito come e perché: due dei fondatori di FriendFeed hanno partecipato alla nascita di Gmail e Google Maps, quindi hanno di certo imparato un paio di trucchetti su come impedire che certe cose accadano”. Secondo quanto da lui stesso osservato, i suoi contatti utilizzano sempre più spesso FriendFeed e sempre meno Twitter per interagire.

Un brutto segno per la piattaforma di nanoblogging e conversazione sociale più in voga del momento. E dire che poche ore prima era stata lanciata la versione giapponese del servizio, localizzata per il mercato nipponico grazie alla collaborazione con la locale Digital Garage , e che – udite udite – presenta su tutte le pagine inserzioni pubblicitarie . Ma non si tratta (solo) di spot messi a caso: in molti casi si tratta di messaggi legati ad account Twitter aziendale.

“L’idea è di spingere le aziende ad avere un feed Twitter” racconta Joi Ito di Digital Garage: gli utenti che cliccano sulla pubblicità verranno dirottati in questo caso sulla pagina degli inserzionisti, e potranno così decidere se followare quel marchio oppure no. Un modo per tentare la via del marketing con una soluzione opt-in , meno invasiva, nella speranza che venga accolta con favore: “Le pubblicità sono importanti – conclude Ito – ma è sempre difficile aggiungerle in seguito. Per questo abbiamo deciso di farle partire da subito”.

A proposito di strumenti invasivi, occhio a GroupTweet . L’add-on per inviare cinguettii privati contemporaneamente a più destinatari sembra si trasformi in una sorta di gola profonda della corrispondenza privata . Alcuni utenti che l’hanno utilizzato si sono ritrovati di colpo con l’intero archivio dei messaggi privati pubblicato nella loro timeline pubblica, con l’ unico possibile rimedio di cancellare il proprio account . Il servizio, per il momento, è stato sospeso dall’autore, in attesa di chiarire quanto accaduto. In questo caso, comunque, nessuna responsabilità può essere imputata al team di sviluppo di Twitter.

Luca Annunziata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
24 apr 2008
Link copiato negli appunti